serata interessante e alternativa, certo non propriamente “popolare”, infatti sono stato ad un incontro su di un tema che solitamente si cerca di evitare o comunque non sta proprio in cima ai pensieri: il tema del male e della sofferenza,il tutto a partire da alcune riflessioni bibliche dal libro di Giobbe. La cosa mi sembrava ancora piu’ provocante considerati i temi che invece affrontero’ nelle prossime serate ehm, cioe’ una serie di concerti della mia artista preferita : Ani DiFranco, che sul palco sprigiona entusiasmo, gioia (i do it for the joy it brings ‘cause i’m a joyful girl dice in una sua canzone).Un bel contrasto quindi.
Tornando al tema invece dell’incontro, certo, appare immediato come non si possa trovare una bella soluzione rapida ed immediata al dolore e alla sofferenza, o alla ricerca delle origini e dei perche’sottostanti,
Eppure lo sforzo dell’uomo di riflettere e di aprirsi alla speranza e alla via verso la salvezza (o forse alcuni si accontenterebbero della salute e’ la chiave di lettura della cosa, apertura che puo’ trovare conforto nella religione, nelle scienze sociali e mediche o nelle forme varie e sfumate di religiosita’ o spiritualita’.
Non penso di riuscire a ridurre la complessita’ del tema edegli interventi nello spazio utile di un weblog, ma quello che mi ha fatto pensare e’ proprio il concetto di apertura, di condivisione : penso che ogni forma di dolore o sofferenza se trattenuta in se’ diventi letale, una sorta di cancro poi difficilmente estirpabile, se invece in una qualche direzione ci si apre agli altri, se cerca di condivedere non solo i momenti gioiosi ma anche quelli pesanti, se, per chi crede, ci si lascia inoltre che Dio sia vicino, allora anche senza comprendere, forse comunque si trova motivo di andare avanti.
Dirlo a parole suona banale viverlo, tutt’altra cosa.