alla luce di quelle parole capisco ancora meglio il significato di The River, una delle canzoni a mio giudizio piu’ belle di Springsteen, anzi per lungo tempo se qualcuno mi avesse chiesto quale fosse la canzone che mi piaceva di piu’ avrei risposto senza dubbio quella, ora non che abbia cambiato idea, solo che riconosco che non esiste un best of ever. Mi piace il realismo della canzone, non e’ una favola ma come una storia che si srotola con i suoi momenti belli in passato filtrati dalla nostalgia e la durezza della vita in primo piano, certo e’ amara e forse quello e il gusto che per lungo tempo non disdegnavo forse perche’ ancora non avevo a notion deep inside that ain’t no sin to be glad you’re alive finche’ lei non mi ha aperto gli occhi.
E’ allo stesso fiume dove vanno i due, dove si tengono stretti, dove tutto e’ nato e dove le cose sono vive. E’ lo stesso fiume che e’ inaridito quando la vita con i suoi imprevisti, eh on the account of the economy e il fatto di “perdersi per strada” ha consumato i loro sogni.
Ecco e’ proprio quello il messaggio principale di Bruce che mi attrae da quando l’ho sentito la prima volta e ho cominciato a capire cosa voleva dire, avro’ avuto 16 anni: i sogni, quella cosa che ha il potere di farti rimanere giovane, quella cosa per la quale sai che dovrai sudare, e se sei fortunato ci arriverai, forse no, ma tu sai che non puoi mollare per inseguirli e realizzarli, solo alla fine saprai come e’ andata la tua storia.
e qui ora il fiume scorre forte…