l’alfabeto della pace
Mi sembra di vedere una mancanza, una mancanza che probabilmente esiste da sempre, in termini di linguaggio, di esperienza, di qualcosa che puo’ essere compreso e potenzialmente condiviso se non da tutti, per lo meno da molti. Parlo della pace, o meglio della sua traslazione nella vita quotidiana, non come discorso di supreme persone illuminate, non come azione lodevole di gruppi di volontari considerati quasi come freak o illusi : come cosa quotidiana, di tutti.
Pace tra le persone che magari sono in coda in macchina, tra i membri della stessa famiglia, tra le persone con le quali passi forse piu’ tempo :al lavoro.
Di qui salendo verso organizzazioni sociali piu’ ampie : come mai esiste un ministero della difesa (che poi, se diventa difesa preventiva, come sembra essere la nuova moda che potremmo importare come tante altre cose dagli USA, perche’ non chiamarlo ministero della guerra) e non c’e’ traccia di un ministero della pace ?
E nelle scuole perche’ non c’e’ obbligatoria la pace come materia di studio ? La pace non e’ qualcosa di indefinibile nell’alto dei cieli, e’ qualcosa che sta in terra e sta a noi renderla viva, comprendendo e poi agendo. Certo qualcuno dira’: beh guarda ad esempio come la scuola faccia a volte passar la voglia di leggere, forse non sarebbe una grande trovata educare alla pace.
Puo’ essere, ma la scuola per lo meno ti insegna l’alfabeto e qualcosa in piu’, qui in termini di pace c’e’ molto analfabetismo in giro.