Apelle sara’ il figlio di Apollo ma Apella e’ una gran bella spiaggia di ciotoli bianchi e mare turchese incastonata in un anfiteatro roccioso con vegetazione mediterranea. Un piccolo paradiso anche se la strada per arrivarci e’ un po’ infernale :tornanti di montagna friabile e l’ultimo tratto stretto che mi farebbe voglia di avere un enduro più’ che un auto.
Il vegliardo che distribuisce sdraio e ombrellone (6€) e’ un po’ burbero e ti dice dove puoi metterti e presidia che le sdraio non siano fuori asse con la costellazione di orione. C’e’ una taverna dove rifocillarsi o semplicemente fare scorta di acqua che con i 38 gradi si apprezza. Per il resto qui c’e’ predominanza di italiani, coppie giovani e tranquille. Nel pomeriggio ci spostiamo nella spiaggia di kira panaghia, non molto distante e con una strada di accesso più’ larga. La spiaggia e’ misto sabbia e ciotoli, più’ affollata e demograficamente notiamo diverse famiglie "allargate" con varie generazioni che passano agevolmente dal greco all’americano. Per cena invece puntiamo su Amoopi alla taverna esperida che all’arrivo e’ gia’ bella piena in particolare di italiani che magari come noi ne hanno letto bene su turisti per caso. Proviamo dei gustosi fiori di zucca ripieni di riso, dal sapore simile alle dolmades. Polipo cotto in vino e miele e sardine carpaziane e un bel piatto di kalamari souvlaki ; tutto molto buono : anche questa volta il wisdom of the crowd aiuta.