Questa volta non postero’ una recensione in inglese del concerto di Ani ieri a Milano, come ho fatto in passato, giusto poche righe per dire che e’ stato comunque un bel concerto, l’acustica dello Smeraldo e il fatto di star seduti e tranquilli per un set acustico, seppur con l’energia che la contraddistingue. Stare sola sul palco per un’ora e dieci e’ come essere sotto una lente di ingrandimento, puoi cogliere meglio ogni sfumatura, ogni espressione, ogni emozione e forse meno sorrisi che in passato, ma anche ogni errore, e quindi forse per chi l’ha gia’ vista come me un po’ di volte, sono risaltati alcune perdite di orientamento un po’ troppo al di la’ dal classico dimenticarsi l’inizio di una strofa (es. su marrow).

Cio’ non toglie che su altri pezzi (es. l’apertura su names dates and times o su evolve) sia stata assolutamente eccellente. Una performance quindi magari non costante, non da concerto perfetto, secondo me attribuibile a condizioni psicofisiche non ottimali, ma d’altronde e’ qualcosa da mettere in conto per una persona che suona tante date e con un repertorio vastissimo e con pezzi nuovi e forse

l’imperfezione ha un suo lato positivo o per lo meno umano :

we get a little further from perfection

each year on the road

i guess that’s what they call character

i guess that’s just the way it goes

better to be dusty than polished

like some store window mannequin

Ani: Imperfectly