tu chiamalo se vuoi, l’arcipelago delle emozioni
ho appena finito di leggere l’arcipelago delle emozioni di Borgna , un libro che sembra piccolo ( 210 pagg.) ma che comunque avevo iniziato due mesi fa , non e’ un libro da leggere di fretta, per non trovarsi disorientati o perdersi alcune sfumature e complessita’ del discorso e dello stile lirico ed espressivo dell’ autore. Parlando di sostanza invece direi che il tema delle emozioni sia decisamente difficile da trattare e si corrano svariati rischi nel farlo, primo quello di essere superficiali e proprio per questo perdere il senso profondo di qualcosa di impalpabile eppure cosi’ intrinsecamente umano, secondo, ricadere nella tendenza a dare “consigli” a liquidare il tema nel filone dei manuali o dei self help books.
Borgna partendo dalla sua esperienza come psichiatra ma soprattutto come persona che cerca di entrare in risonanza con i suoi pazienti esplora con profondita’ una gamma di temi, dall’amore, l’odio, la vergogna, passando poi per il lato piu’ oscuro delle emozioni come l’angoscia o la sofferenza, approfondendolo, proprio in virtu’ che l’area problematica e’ quella oggetto di terapia, il tutto costruendo una mappa con svariati riferimenti letterari, artistici e filosofici (mi sono gia’ segnato svariati libri da tenere sott’occhio). Non vorrei dare l’impressione che il tutto sia un esercizio arido o squisitamente per “esperti”, proprio il contrario. Penso che fornisca degli indizi, delle tracce utili per chiunque voglia tentare di capire un po’ piu’ a fondo chi ha di fronte, che voglia sondare cosa c’e’ nel cuore di una persona e cercare di comprendere essendo vicino.
In conclusione secondo me riesce a centrare un’aspirazione che l’autore cosi’ descrive al termine del libro :
” la sola illusione, che almeno per un attimo possa sopravvivere, e’ quella che, da un libro come questo, nasca un labile invito a visitare gli abissi e ad ascoltare quello che c’e’ nelle regioni invisibili del cuore: nelle regioni senza fondo dell’interiorita’: della propria e della altrui interiorita’; recuperandone le sorgenti palpitanti di vita e di immedesimazione, di partecipazione emozionale e di solidarieta’, di comprensione e di speranza.”