siamo tutti piu’ buoni (e non e’ neanche Natale)

mi sono accorto quasi casualmente che un nuovo filone si affaccia tra i libri che ho letto recentemente tra cui : Il bene comune, L’amore e’ la killer app, How to be good e sto finendo L’arte della felicita’. Non e’ che sia diventato un buono, o peggo un buonista e comunque ci sono affinita’ ma anche differenze notevoli tra quei testi, tuttavia una riflessione mi torna in mente : quanto sia importante “imparare” e soprattutto mettere in pratica certi principi. Mi ricordo il primo giorno di servizio civile, io mi occupavo di ambiente ma nello stesso comune c’era questo gruppo di “educazione alla pace”, la mia prima reazione e’ stata ah ok, sono i classici illusi idealisti. Pensandoci ora sono sempre piu’ convinto che quel tipo di formazione sia indispensabile, ok uno potrebbe pensare che non debba essere la scuola a fornirla ma la famiglia, salvo il fatto che la casa puo’ anche essere un laboratorio delle cose da non imparare su quel tema. Per cui non importa se dai libri, dalle persone che ti sono vicine o lontane, ma e’ inutile parlare di pace nel mondo se non si inizia a coltivarla per primi.

gli ingredienti giusti

Per la prima grigliata che volete organizzare a casa, ci vogliono gli ingredienti giusti. Intanto si diversifica e non ci si limita solo su quello che andra’ cotto sulla griglia: non si sa mai che la carbonella presenti un’ostinata resistenza all’innesco, inoltre cosi’ si viene incontro ai gusti anche dei non carnivori. Quindi dopo un cocktail fruttoso analcolico, via alle torte salate, pizzette e focaccine , , verdurine e insalata di riso (beninteso: tutto preparato a mano).Poi sotto il sole e il fumo e fuoco della carbonella, che innescata da legnetti e corteccia aromatica si produce in una temperatura infernale, vai di salamelle, costine e spiedini, a chiudere doppia torta e gelato. musica fornita da ipod, spettacolo da valentino rossi, buoni amici e il gioco e’ fatto con piena soddisfazione.

il tempo non basta mai

L’elenco delle cose da fare in quattro giorni lontani dall’ufficio era forse troppo ambizioso, certo e’ che poi se alcune sono collegate tra loro e al primo posto si mette: formattare e reinstallare il pc di casa con 90 Gb di dischi quasi pieni si capisce che la cosa non puo’ essere troppo rapida. Comunque l’operazione di formattazione e ripartire da capo, con relativa aggiunta di memoria RAM e masterizzatore DVD da soddisfazione

il tempo fugge , 20 giorni senza postare senza neanche accorgersi, che dire, sicuramente la mia assenza non e’ dovuta alle ferie, ci vuole ancora un po’ e poi comunque non saranno ferie, semmai diciamo lavori alternativi.

10 anni fa…

uscivano due dischi decisivi e che ancora oggi considero tra i 5 migliori nella mia peronsale classifica : Relish di Joan Osborne e Fight For Your Mind di Ben Harper, giusto in questi giorni li sto riascoltando con piacere. Di Relish mi aveva colpito la voce sensuale di Joan, l’originalita’ di alcuni pezzi come pure l’abilita’ nel reinterpretare brani altrui (Man in The Long Black Coat di Dylan ad esempio), il disco e’ noto ai piu’ verosimilmente per One of Us che si sentiva parecchio per radio.
Su Fight for your mind potrei parlare per ora, ma mi ricordo perfettamente la prima volta che l’ho sentito, in sottofondo a casa di una carissima amica, mentre si cenava e le escursioni sulla chitarra weissenborn in God Fearing Man si mescolavano col vino calabrese dando comunque quella nitida sensazione di non avere mai ascoltato niente del genere.
A distanza di anni ancora scopro piccoli dettagli che mi fanno pensare, ad esempio un passaggio proprio nella canzone omonima mi fornisce nuova ispirazione :

If you’re gonna finish,
You got to begin.
Don’t you fear,
What you don’t know.
Just let that be,
Your room to grow
 

centro di gravita’ permanente

quando ci sono turbolenze o turbamenti non serve molto quel velo di calma e tranquillita’ di superficie, occorre semmai che la forza esca da dentro con la sua dignita’. quando tutto ruota e gli impegni si moltiplicano e ti senti tirato da varie parti da vettori centrifughi, dovresti chiederti dove e’ il tuo centro di gravit&agrave.; per come la penso io per reggere per molto, molto tempo, affrontanto tutte le sfide di ogni giorno, piccole o grandi che siano, il perno puo’ essere solo uno, anzi Uno. molto ben piantato in terra ma che si estende verso il cielo. Attorno a quello ci puoi costruire tutti gli altri ingranaggi e moti ed essere sicuro che tutto scorra con consapevolezza, energia e amore.

la liberta’ della poesia

tra le canzoni che in questo periodo sostano piacevolmente con poesia nella mia mente : out of exile degli audioslave :

Now the spires and the gables
grow in orchards to the sky
And the blessings on my table
multiply and divide
 

e rorolando verso sud dei negrita

La dignità degli elementi
la libertà della poesia,
al di là dei tradimenti degli uomini
è magia, è magia, è magia… 

cammina cammina

un weekend intenso, denso di chilometri in treno per raggiungere l’ urbe, dove invece di solito per lavoro vado con l’aereo delle 7 di mattina e ritorno in giornata. Chilometri macinati a piedi, perche’ non da soddisfazione fare il giro dei musei vaticani, in una mattina, meglio farlo due volte perche’ si sa’ la seconda volta vedi meglio alcune cose che ti sono sfuggite, e poi via in salita a piedi sul cupolone. Sapori nuovi, dalla granita al cocco e fico da Giolitti (onestamente non entusiasmante) al gelato al pecorino, (ah pero’) e poi ancora camminare, che se per caso senti che il tuo piede sta per generare un vulcano e il ginocchio scricchiola, camminandoci ancora dopo un po’ forse non fa piu’ male (o non ci fai caso) perche’ sono tante le cose da vedere e fare. E poi, last but not least, le scoperte grazie al cugino che conosce i luoghi e la materia, dei significati simbolici e di tesori dell’arte religiosa come la basilica di San Clemente. Ora pero’ quasi quasi mi farei un weekend sintetico in mezzo alla settimana, di puro relax, almeno nei sogni.

Qix’s back

I primi ricordi della sala giochi di quando avevo 12 anni sono legati ad un gioco: QIX che visto oggi fa sorridere per la grafica che definire spartana sarebbe gia’ un complimento, pero’ mi piaceva e la cosa che mi sorprende e che non mi dispiace giocarci ancora, dopo oltre 20 anni. Se qualche anno fa ne avevo vista una versione che usava un emulatore (mame) ora grazie al web e a flash rieccolo in tutta la sua potenza : qui

l’attesa insostenibile per un mojito in un bar settimana scorsa (mi immagino che il barista sia dovuto andare in un orto del vicino per sottrarre della menta) mi ha spinto verso al fai da te : sfruttando l’erbetta verde che cresce a portata di mano, rifornita la mia cambusa con dell’havana club ho sperimentato una libera interpretazione del cocktail. Certo mi rimane qualche perplessita’ su come fare con la soda… comunque il risultato abbinato al rituale sigaro sulla terrazza e’ promettente.