Sentivo che ci sono persone che pagano svariate migliaia di euro per poter avere un ristorante a disposizione solo per loro, a noi e’ bastato molto meno per una cena a due in un (piccolo) ristorante arabo. Certo di fronte ad un ristorante in cui non vedi dentro nessuno ti viene il dubbio che ci sia qualcosa che non va e sei portato a non entrare. Grazie alla segnalazione di una collega che ci era stata e soddisfatta siamo entrati ci siamo trovati ad apprezzare piatti marocchini, in un locale dalle tinte calde, con tutta la calma e la comodita’ per parlare, immaginare e trovare spunti da posti lontani per portarli vicino, molto vicino.
Autore: paolo
la nobile arte della traduzione
Imbattersi in un documento tradotto, spero con un traduttore automatico, e ovviamente non verificato da nessuna persona che abbia un minimo di conoscenza non dico tecnica, ma delle basi della lingua italiana fornisce sempre simpatici momenti di sollazzo, e ne ho viste nel corso degli anni. Mi ricordo ad esempio in un contratto di aver notato personal injuries tradotto come ingiurie personali, pero’ ammetto che vedere tradotto United States come: Unito Dichiara * ha raggiunto un vertice che ho solo paura a pensare come possa essere superato. Ma forse non dovrebbe piu’ importarmi e dovrei solo divertirmi alla cosa, chissa’ perche’ non ci riesco.
negli ultimi giorni ho fatto piu’ spesso il pendolare in macchina che in treno e riscoperto il piacere di ascoltare musica, per altro in questo 2005 finora non ho sentito dischi nuovi che veramente mi abbiamo sorpreso, comunque su lifegate radio l’altro giorno mi ha colpito questo tessuto di chitarre acustiche e slide/elettriche alt. country su cui danzava questa voce sconosciuta di cowgirl. Il mio solito trucco e’ di ricordarmi almeno una parte most significant del testo e con google da “big chain around my neck” + lyrics sono arrivato a Can’t Let Go di Lucinda Williams. Da li’ a farlo il primo brano acquistato su iTunes il passo e’ stato breve…
tra ieri e oggi si sta dipanando una trilogia culinaria che pone il mio girovita a grande rischio : ieri sera cena del matrimonio di mio cugino, oggi pranzo di lavoro e stasera cena con i colleghi a milano. per venerdi’ mi nutrirei di solo amore.
dopo svariati km. a piedi di shopping milanese, una cena tex mex ti da’ soddisfazione. dopo la cena, una festa in una casa piena di colore e di calore (anche se conosci solo pochi tra i vari volti) ti fa star bene. dopo 32 km. in bici, il gelato e’ decisamente piu’ buono. e il weekend e’ gia’ passato
piccoli rituali : il sigaro e l’albero di ciliege
Non sono un fumatore, ma un sigaro di tanto in tanto rigorosamente all’aperto offre quel giusto tempo di stacco dalla fretta che attanaglia i giorni lavorativi e non solo. La variante odierna del rito ha previsto l’avvolgimento nelle spire di fumo prendendo il sole con nelle orecchie dritto dal mio ipod, The Rising di Bruce e una nuova scoperta che ho sentito per radio e mi ha subito acchiappato : Black Horse and the Cherry Tree di KT Tunstall. Mi piace quel ritmo e l’alternare di corde stoppate e lo sferragliamento, devo farmi una playlist abbinandoci Don’t Kill di Hamell on Trial e qualcosa di melissa etheridge
l’odore di stagno, la mattina…
Era da un po’ di tempo che non mettevo mano al saldatore. Il piccolo circuito qui a fianco e’ un termometro che rileva la temperatura e la invia via seriale ad un pc, dove con un apposito software si puo’ visualizzare in tempo reale e salvarele rilevazioni a vari intervalli. Quando uno si mette a fare un circuito ci sono due motivi generalmente : in primo luogo sperimentare con la curiosita’ di creare qualcosa sperando che funzioni, in secondo luogo una qualche utilita’ pratica.
Questo circuito non e’ molto diverso in grandezza dal primo che ho realizzato tanti tanti anni fa, avevo 12 anni per la precisione e si trattava di un convertitore luce-suono : un circuito totalmente inutile che generava un suono tipo zzzbrrrrr che variava con l’intensita’ della luce (gioconi notevoli erano passare un pettine davanti o metterlo di fronte al led dei primi stereo portatili che variava di intensita’ mentre si registrava). che ci volete fare, altri a quell’eta’ giocavano a pallone, ma a me intrigava di piu’ l’elettronica e da li’ al primo home computer (zx spectrum) e ai programmi in basic il passo e’ stato breve lasciando una traccia non indifferente nel mio interesse per latecnologia.
Tornando al termometro, l’idea mi era venuta dopo aver visto il sito di Angelo , il progetto originale di Alberto Ricci Bitti sta qui. Qui se vogliamo il casus belli era rilevare la temperatura dell’ufficio dove a volte saremmo veramente lieti di fornire asilo politico ad una colonia di pinguini. Le rilevazioni comunque non hanno portato a conclusioni sostanziali , forse ci vorrebbe anche un anemometro per misurare la portata del flusso d’aria che come un vento di tramontana si abbatte sulle nostre cervicali.
La casa dei sogni
Sono cresciuto da piccolo con il Manuale del costruttore edile a fianco di Topolino e penso di avere imparato parole come “cassero” o gru (pronuncia “guu”) ancora prima dell’asilo. Poi piu’ avanti avevo anche avuto la pensata di iscrivermi ad architettura invece che ad economia, il buon senso del papa’ geometra e la presa di coscienza di non avere uno spiccato talento artistico mi hanno fatto desistere.
Pero’ l’idea di progettare una casa tutta nostra forse da qualche parte resiste ancora, o meglio per il momento si traduce in osservazione del mercato immobiliare, controllo di alcune proposte, visite e confronto con disegni, cercare di tradurre semanticamente 4L+2S+2BOX (con relativo aggettivo immancabile, tipo “stupendo” “da vedere” o “recentissimo”)in quella che possa essere la casa ideale/reale
La terra della melabbondanza
Era da un po’ che giravo attorno all’iPod e in generale al mondo Mac, che ammicca con il suo stile agli utenti PC come me da oltre un decennio. Alla fine complice un po’ di tempo libero vicino ad un negozio hi-tech e gli spot non tanto subliminali che si vedono nella terra dell’abbondanza di Wim Wenders che mi ero appena visto in dvd, ho fatto il passo e preso un iPod Photo da 30 Gb. Oltre all’alone oggetto di culto, apprezzo comunque la sua semplicita’ e la logica, certo si puo’ dire che il display a 65K colori e’ tipicamente piu’ piccolo di quello di una macchina fotografica, che il guscio in acciaio e’ cool ma si riga solo a guardarlo, pero’ e’ cosi’, punto.
Per quanto riguarda il film, si vide Lana, che torna in viaggio in aereo mentre ascolta musica con un iPod e poi in varie riprese, scrive e guarda dei video con un iBook. Il film e’ interessante, non che lo consideri uno spot Apple, peccato che nella versione a noleggio con l’audio in inglese siano incorporati i sottotitoli in italiano… l’unico modo che vedo per toglierli è di trasformarlo in divx.
Lo zainetto e la Bibbia
Tanto tempo fa tornando verso casa su un pullman con studenti che uscivano dalle scuole avevo letto su uno zainetto di una ragazza : “non amare cio’ che e’ perfetto, rendi perfetto cio’ che ami“. Ok, magari qualcuno puo’ dire, frase da baci perugina, banale, adolescenziale, etc etc. oppure trovarci qualcosa di interessante nel capire che la perfezione forse non e’ un traguardo irraggiungibile ma e’ un percorso.
Piu’ recentemente leggendo quasi casualmente nella Bibbia, la 1a lettera di Giovanni, un’altro passaggio mi ha colpito e idealmente si collega anche al post precedente : ” Nell’amore non c’è timore, al contrario l’amore perfetto scaccia il timore, perchè il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell’amore” Anche qui e’ un percorso e articolato in maniera avvincente, soprattutto quando dalle parole di 2000 anni fa diventa reale.