Appunti su lanzarote parte III :

Una valle nera, con colline tempestate di piccole buche che a me ricordano un gioco da bar di quando ero piccolo, riparate da muretti semicircolari, e al centro minuscoli tralci di vite, e’ la valle della Geria, must see.

Una microlaguna verde, ma verde intenso carico, con uno sfondo frastagliato che passa dai colori caldi dell’arenaria plasmata dal vento a spuntoni rossastri e contornata da sabbia nera fine, questo e’ invece El Golfo, vorreste perdervelo ?

Scendere nelle viscere della terra e camminare per due km in una grotta di lava in cui si puo’ vedere l’impronta che eruzioni e terremoti hanno lasciato, per arrivare ad un punto che vi lascera’ una certa impressione : cueva de los verdes

Ci sono altri motivi interessanti per visitare l’interno oltre agli scenari naturali e sono le opere di Cesar Manrique, questo artista ha saputo valorizzare l’isola dettando alcuni principi ancora in gran parte rispettati, come il fatto che le nuove costruzioni non superino i due piani (5 nelle zone turistiche) e che la tavolozza dei colori sia definita tra il bianco, il verde e il blu. Ma soprattutto ha lasciato alcune testimonianze visibili come le sculture mobili nelle rotatorie, e altre creazioni architettoniche che all’apparenza nascosta contrappongono una ricchezza in termini di percorsi e plasticita’ tutta da scoprire.

Non si puo’ perdere quindi la visita alla sua casa, ora sede della fundacion Manrique, con i salotti ricavate in cavita’ della roccia lavica e con palmette che si fanno strada ed escono dal tetto. Oppure il ristorante el diablo al centro del parque nacional timanfaya con la sua pianta rotonda e vista a 360 gradi su scenario lunare.

C’e’ questa dominante della forma rotonda per i grandi spazi assortita con varie sinuosita’ anche nel ristorante attiguo al monumento del campesino. Il bello e’ proprio questo, non vedere quasi nulla da fuori e rimanere stupiti dalla sorpresa di trovarsi in un ambiente decisamente moderno e al tempo stesso inserito in qualcosa senza tempo plasmato dalla forza della terra.

Spettacolare anche jameos del agua. i jameos sono dei tunnel sotterranei in cui parte della volta e’ crollata; qui manrique inserisce, un ristorante, un centro di aggregazione con auditorium, una piscina che vi teletrasportera’ in qualche atollo del pacifico, il tutto attorno ad un piccolo laghetto sotterraneo dove vive una particolare specie di gamberetto albino.

Si potrebbe parlare anche del ristorante el castillo de arrecife o del jardin de cactus o ancora delmuseo agricola el patio, ma lo spazio del weblog non si presta, attendete fiduciosi che prepari la sezione viaggi di questo sito.

no, non sono partito per un’altra vacanza…solo che uno dei momenti migliori per bloggare : le ore da pendolare in treno sono state convertite in pisoli recupera sonno per attutire l’impatto del ritorno al lavoro, ammappa che sonno.

Lanzarote pt. 2

Inizierei dicendo che Lanzarote e’ una piccola isola vulcanica nelle Canarie. Questa matrice vulcanica e’ ben visibile : scenari che oscillano tra la luna e l’ariziona, crateri e massi che sembrano appena stati eruttati anche su alcune spiagge, per trovare l’apice nel parco vulcanico di Timanfaya dove si puo’ fare un giro in pullman tra la parte vulcanica piu’ recente (sei anni di eruzioni nel 1700) ed anche una piccola escursione su cammello. Le dimensioni dell’isola sono tali per cui noleggiando una macchina si raggiungiono facilmente tutti i punti e le distanze massime sono piuttosto spannometricamente 70 per 30 km. All’interno su strade che si snodano e a volte sembrano le classiche strade USA senza fine si trovano piccoli paesini. Le coste e le spiagge sono interessanti e piuttosto diverse l’una dall’altra. Essendo l’isola piuttosto battuta dal vento, la parte piu’ “turistica” e’ a sud, nella zona piu’ riparata, qui ci sono le spiagge di Puerto del Carmen (Playa Grande, Los Pocillos, Matagorda), grandi, ben attrezzate, di sabbia nera Sempre a sud e un po’ piu’ piccole e di sabbia bianca quelle di Costa Teguise. Ancora a sud ma verso l’estremita’ occidentale Playa Blanca con spiagge bianche non molto grandi e li’ vicino, dopo aver fatto un po’ di fuoristrada, le spiagge di sabbia bianca di Papagayo. Il tratto sterrato fara’ pensare se ne vale la pena ma direi proprio di si’ sabbia chiara e spiaggia riparata, molti arrivano anche in barca rendendo a volte un po’ troppo affollato. Risalendo verso nord, sulla parte orientale vicino a Orzola, delle deliziose lagune, con sabbia bianchissima, riparate dal vento e acqua trasparentissima e bassa per parecchi metri. Girando attorno alla punta dell’isola e nella zona nord c’e’ la spiagga di Famara, dove il vento soffia in maniera piu’ impetuosa che mai.

Lanzarote pt.1

Immaginate il nero della roccia lavica, tormentata, o di quella piu’ rossastra e ferrosa, nella loro plasticita’ o ridotte a sabbia e sabbia anche bianca, bianchissima e fine, con un mare che passa dal blu intenso allo smeraldo chiaro di alcune calette. La quasi totale assenza di erba verde, per questo forse il verde contorna stilisticamente le porte e i serramenti della maggior parte delle casette, stagliandosi su un bianco che sotto il sole diventa quasi abbagliante. Sole e vento, in alcuni casi come una frusta che sferza di sabbia smerigliatrice, in altri piacevolmente rinfrescante. E l’opera di un artista, un architetto che ha saputo coniugare la forma con la natura, lasciando un’impronta marcata sul territorio. Se ci riuscite potreste avere un’idea seppur approssimativa di Lanzarote.

Prossimamente, su queste pagine alcuni appunti di viaggio, che spero potranno risultare utili a chi magari vorra’ seguire i nostri passi o giusto per soddisfare un po’ la vostra curiosita’.

l’unico aspetto positivo del mese di agosto e’e che ci metto 45 minuti invece che un ora e mezza per arrivare in macchina da casa mia in ufficio, per il resto il caldo di ieri (e di troppi giorni a questa parte) e’ veramente probante

funerale in abito da sposi
mi ha colpito la vicenda dei due giovani sposi di firenze, morti mentre erano in luna di miele in messico. Ci vorrebbe Gramellini qui per commentare, come fece in passato casi nei quali ti sembra veramente che il destino sia bizzarro e crudele. O forse abbia un disegno e un intreccio che la nostra mente non riesce a cogliere. Perche’ come in questo caso due persone che hanno impegnato la loro esistenza a favore di persone con problemi, e che proprio in questa attivita’ si sono conosciute e si trovano in viaggio, una metafora per altro del viaggio di una vita insieme, spensierati debbano terminare la loro esistenza, almeno, per chi crede. terrena. Forse puo’ consolare pensare che avevano raggiunto una completezza nel loro cammino, che avevano dato molto agli altri e che stavano bene insieme, che questa perfezione fosse troppo per questa terra. Di fronte al mistero le parole sono vaghe e forse inutili comunque, piu’ importante vegliare, perche non sappiamo ne’ l’ora ne il giorno… e vivere ogni giorno con pienezza.

[geek mode] Riprendendo il ciampapproccio alla programmazione (vai, ricicla codice, non leggere i manuali) , solo dopo un po’ di orette di sbattitesta e tentativi vari e bizzarri mi sono accorto che usare come nome di colonna in una tabella di MS Access da interfacciare via web un apparentemente innocuo “note” produce effetti devastanti. Ovvio che esiste una lista di reserved words e per chi mastica un minimo di SQL una colonna che si chiami WHERE o SELECT non sara’ gradita, fine. Apparentemente note non e’ un nome di colonna valido ( o se volessimo essere spaccacapelli, non accetta l’UPDATE e genera un noto e fastidioso errore 0x80040E14 ).Comunque alla fine risolto il tutto, tutti i miei nomi di colonne dubbi ora finiranno in z: notez, cittaz, salkaz, e come sempre vedere un piccolo programmetto che funziona a dovere da la sua soddisfazione. [/geek mode]

la tentazione di rimanere sotto il lenzuolino mentre fuori una pioggia decisa e costante risuonava e’ stata forte, ma alla fine ha prevalso il senso del dovere per quanto, obiettivamente, la gran parte delle attivita’ di ufficio soprattutto se e-mail driven potrebbero essere svolte dovunque, ma fino a quando il telelavoro non un’alternativa effettiva tocchera’ sfidare il maltempo e pendolare