quando avevo detto ai miei colleghi che nel w/e sarei stato impegnato in cerimonie varie, le reazioni sono state in rigoroso ordine di apparizione : matrimonio? matrimonio tuo ? (ah dovevi dircelo) battesimo ? cresima ? funerale? [insert toccata here] piu’ altre cose con minori hits, alla risposta che trattavasi di ordinazione e a seguire prima messa del mio unico cugino primo la cosa ha destato discreto stupore, in effetti non si tratta di un evento molto popolare e diffuso, e probabilmente la famiglia da cui provengo rappresenta un campione non allineato, ma onestamente direi meglio cosi’.
Ho trovato entrambi i momenti molto commoventi e anche l’occasione per riflettere su come certe cose vadano prese sul serio, di come pero’ la “missione” non sia solo per gli uomini di Chiesa, ma qualcosa che a diversi livelli tocca, o meglio puo’ toccare ognuno di noi. Poi uno puo’ anche decidere di non decidere e lasciar passare la vita senza prendere posizione, ma se lo fai, qualunque scelta faccia, If you’re gonna live, then live it up and if you’re gonna give, then give it up, if you’re gonna walk the earth, then walk it proud, and if you’re gonna say the word, you got to say it loud senza dimenticare la tenerezza e magari un po’ di umorismo

in stazione Garibaldi a Milano stamattina c’era un treno uscito da un’altra epoca o da un fumetto futurista, con un muso arrotondato, quasi simpatico, con alle due estremita’ due salottini con massima visibilita’ mentre sui treni comunemente la visione e’ solo laterale. La data di fabbricazione era 1953 e mi immagino i chilometri percorsi su e giu’ per l’italia e che impressione doveva destare. E’ un Settebello, anzi ora che vedo in rete, forse l’ultimo, un dinosauro che ancora muove i suoi passi. Questi sono i momenti dove mi spiace non avere con me la mia macchina fotografica.

visto scritto su una lavagna da un cliente : “senza entusiasmo non si possono fare grandi cose”. I agree.

Ani DiFranco in Den Haag 14.06.2003
for a post in english, since one of the features of this site is the review and info on Ani DiFranco in Italy I’d love to write something new, too bad that Ani in her recent tour didn’t stop in Italy, nevertheless i went seeing her in Holland.I’m not supertitious since this was my 13rd time seeing her and just left for Amsterdam on Friday 13th and the day after in Den Haag (The Hague) Ani played in the Music in my head festival (she had a slot of one hour between Ian McCulloch and Hooverphonic), she played for 57 minuts
this is the setlist

shy

your next bold move

two little girls

swim

anticipate

swan dive

you each time

back back back

phase

tiptoe

cradle and all

evolve

——

names and dates and times

She looked relaxed and maybe a little tired especially because of hot temperature in the theater, anyway a good performance. Two highlights beside the songs : some people from the audience throw something on stage, she looked and pick it up, it was a joint (you’d know that joint and light drugs are somewhat allowed in Holland) she happily smiled; smack and put in into her pocket. She also told a story about saying "no" and her first time in Amsterdam and in Japan where they never tell you no, but "possibly",

it was not so clear what she meant and she left this story suspeded… to be continued she told.
I didn’t grab the setlist but was able to take a pic at it from the girl who did.

peccato per altro che il bottone publish di blogger non fosse accessibile dalla versione di pocket IE di PocketPC 2002, per cui si puo’ postare ma non pubblicare. Dovrei forse vedere se esiste un browser per pocketpc che supporti le pop up, oppure passare a blogger pro e bloggare via e-mail, oppure ancora rispolverare l’idea del mio proprio motore di weblog in asp che per altro, sotto una veste non molto dissimile ho messo in piedi e funziona

sto postando via wifi dal mio palmare per strada dalle parti della rinascente a milano, geeksatisfaction elevata.

incidentalmente, nella giornata di sabato, Ani DiFranco suonava a Den Haag al festival The Music in My Head, giusto a un’oretta di treno da Amsterdam… per continuare il fil rouge del post precedente l’architettura della zona tra la stazione centrale e il theather an het Spui e’ tutta di superpalazzoni ipertecnologici megabusiness. ah non e’ questo che interessa ?

Un gruppo di signore vestite di bianco con una coroncina in testa canta canzoni incomprensibili, la direttrice del coro ispirata le guida con il sorriso mentre una versione di Marlene Dietrich aspetta seduta, arriva un barcone, non si capisce chi sia il personaggio , c’e’ anche una capretta bianca poi consegnano una targa, alla sera rivediamo la scena, in TV, e in libreria da ogni parte rispunta fuori lui .
Un negozio di didgeridoo spettacolare, mai visti cosi’ tanti e di qualita’ in una sola volta.
E che dire di un negozio di sigari dove il tempo sembra si sia fermato, di una classe ed eleganza notevole, da parlare sottovoce.
E di quello di amache ?
E si potrebbe parlare anche delle case, che si estendono in profondita’ e in altezza, con gradini delle scale che sfidano la gravita’ e alcune facciate sghembe o aggettanti, e giusto sotto il tetto, il gancio per la carrucola, forse perche’ proprio e’ impossibile portare su qualcosa ai piani alti passando per le scale.
E l’equilibrio tra edifici classici, tipizzati e evoluzioni moderne.
E la zuppa di piselli con salsiccia e le torta di mele in un posticino carino (e con un ottimo valueformoney) Si potrebbero dire anche molte altre cose su un weekend ad Amsterdam ma non sono state scritte in questo blog.

E’ sempre interessante vedere in carne e ossa qualche persona che si e’ conosciuta in vario modo in rete. L’occasione di assistere alla presentazione di Mondo blog della Pizia non poteva sfuggirmi. Infatti forse la cosa piu’ interessante dei blog e’ l’identita’ che traspare della persona che c’e’ dietro, di storie vere, di frammenti che hanno qualcosa di autentico, e la Pizia e’ decisamente una delle mie favorite, e proprio leggendo il suo blog praticamente dall’inizio mi aveva convinto ad aprirne uno mio, ormai quasi due anni fa. Mi e’ piaciuto anche scambiare due parole con Flamingpxl e Rillo . Mi sento quasi di dire (ma non vorrei cadere nella trappola del lancia la freccia e quello che colpisci chiamalo bersaglio) che me li aspettavo cosi’, dopo averli letti sovente. come se ci fosse una coerenza tra la persona “fisica” e quella del blog. E anche tra la piccola folla riuscire abbinare alle url i volti dell’uomonero, di pecus o di arkangel (che ho scoperto relativamente da poco e che trovo intrigante) crea quel senso di “piccola” comunita’ di qualcosa di assolutamente vivo. Purtroppo, col classico rammarico del pendolare, ho dovuto scappar via dopo un po’ verso casa e internet,again.

ho sempre pensato al fumo come qualcosa di rituale e non compulsorio, per cui nel corso degli anni qualche sigaretta o la pipa c’e’ stata, magari giusto come esperienza e il sigaro di ieri sera direi che meritava per il suo sapore e per la pienezza dell’aroma, preceduto da un mojito e innaffiata la gola con una birretta il quadro e’ completo. Essenziale in generale in questi aspetti rituali che il fumo possa salire libero verso il cielo.