Gennaio gia’ si avvia al termine e il 2006 ormai e’ a pieno regime, nel mio caso poi che non mi sono praticamente fermato per le feste e’ come mantenere un ritmo da mezzofondista dall’inizio di dicembre. Proprio oggi pero’ mi piace ricordare un augurio che era stato rivolto il primo giorno dell’anno da un frate durante la messa : possiate sorprendervi e meravigliarvi ogni giorno. e ovviamente in senso positivo.
Il senso dello stupore si smarrisce sovente, oppure si risveglia in circostanze negative o tragiche, ma la meraviglia, quella dettata dalla bellezza e dalla scoperta e’ un dono che richiede attenzione per essere trovato dentro di noi , nelle relazioni con gli altri e in cio’ che ci circonda, proprio nelle cose semplici, non necessariamente straordinarie.
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una matrice di neve
sono qui davanti ad un pc dove uno script sta facendo frullare una serie di comandi che scorrono veloci, quasi come in matrix, comandi come fiocchi della neve che cade copiosa fuori e che ha reso gia’ arrivare dal cliente un’impresa. pero’ tutto sommato interessante
nullus mensis sine linea
un mese dall’ultimo post, e il bello e’ che ne ho un po’ che mi ballano in testa, bloccati dal collo di bottiglia di un post di bilancio di fine anno che richiederebbe solo di trovare un quarto d’ora per essere scritto. poi io sui bilanci mi sono sempre preso il mio tempo e passato il momento non vale neanche la pena farne, e allora rimettiamo in funzione la penna, anche se elettronica, perche’ se passa troppo tempo poi si perde la mano. Certo il proposito bello di scrivere ogni giorno e’ un miraggio, ma almeno non lasciare passare un mese.
multitasking vs in depth
nella maggior parte dei casi il mio lavoro e’ sempre stato su diversi fronti in simultanea, diversi clienti, prodotti, situazioni, anche la stessa architettura dell’open space favorisce il fatto che chi passa di li’ chieda una cosa che non c’entra magari nulla e per dedicare attenzione ti occupi dell’n-esima cosa +1. Non che la cosa mi sia dispiaciuta piu’ di tanto, come ebbi modo di dire ad un mio ex capo: non c’e’ materialmente il tempo di annoiarsi. Ora invece da circa due settimane sono “dedicato” su un unico cliente e progetto, che richiede invece un notevole approfondimento tra gli aspetti tecnici e quelli funzionali, oltre che organizzativi. Anche qui, la vedo come un’esperienza utile e in cui le mie capacita’ analitiche possono spaziare e dove, date delle scadenze forzate molto ristrette, si possa comunque imparare, di tutto, da fare un tar -xvf e usare vi su una macchina unix a capire come funziona un ordine iceberg sulla Borsa italiana.
3:33 Trinity
negli ultimi 3 giorni avro’ sentito almeno trenta volte Trinity da “All that I am” di Santana. in questo pezzo strumentale di 3 minuti e trentatre’ secondi Santana suona in trio con Kirk Hammett dei Metallica e Robert Randolph. Il pezzo non poteva essere scritto da una persona sola, infatti oltre a Santana gli autori sono Nusrat Fateh Ali Khan e Michael Brook. Ascoltando il suono caldo e vellutato delle chitarre e l’intreccio sul tema mi viene in mente di anni fa quando mi cimentavo cercando di suonare “Europa” di Santana, o di un e-mail di anni fa dove chiamavo Una persona (che in effetti ha tre nomi) Trinity (e io ovviamente sarei Neo pero’), mi viene in mente che ci sarebbero anche tremila cose da scrivere, da un piccolo resconto su Atene, al fatto che non ho tempo quasi per respirare e che di recente ho preso almeno tre dischi che mi soddisfano…
heartbeat
giusto un ping, o un heartbeat nel gergo fix : ci sono anche se sommerso da mille cose, e da raccontare ce ne sarebbero, pagine bianche da riempire, come stanze vuote da arredare, idee, affari, trasferte e viaggi, poche ore di sonno (profondo) per notte, ma ve bene cosi’…
cd a cucchiaiate
Cari signori dell’Apple, ok che voi siete molto avanti, ma cosa puo’ essere sfornare il nuovo iPod nano, pico, meta , tera etc… qua bisogna fare un salto avanti nell’interfaccia utente, perche’ ad esempio con iTunes non masterizzare i cd semplicemente pigiando sul biscottino che ha la stessa forma ?.
Io per ora ho provato anche passandolo circolarmente su un cd ma non funziona ancora… Onestamente mi accontenterei che nel prossimo upgrade del firmware del mio iPod Photo si potessero leggere i testi delle canzoni come sul nuovo nano e immagino sul nuovo Ipod piu’ sottile e con video.
musica d’autunno
nella settimana piovosa appena passata ho rispolverato dalla mia collezione e portato in giro dischi emozionalmente autunnali : OK Computer dei Radiohead, Urban Hymns dei Verve e Alone with Everybody di Richard Ashcroft. Diro’ che fino ad oggi i dischi nuovi usciti nel 2005 non mi hanno fatto impazzire. Ok ora magari grazie al download dai vari siti si rivalutano le singole canzoni, ma un disco intero che rimanga se non memorabile almeno decente sembra sempre piu’ raro. Potrei lasciarmi tentare da quello nuovo di Sheryl Crow o dei Coldplay… any suggestion is more then welcome…
La forza delle icone (non quelle di windows)
Il tempo piovoso invita alla lettura al caldo della casa. Ho appena finito un libro non propriamente accessibile : “Le porte regali“, un saggio sull’icona scritto negli anni ’20 da Pavel Florenskij che avevo sentito menzionare di recente su La Stampa. Sono stati i viaggi in Grecia a farmi incuriosire all’iconografia ortodossa : dalle icone, o meglio le riproduzioni che si possono trovare in vendita anche nei bazar, alle chiese con fedeli che entrano, sostano, baciano le icone, pregano ed escono. Non c’e’ nulla come trovarsi di fronte ad un iconostasi (la parete che separa l’abside), come ad esempio nel monastero di Moni Agia Triada a Creta : l’impatto della purezza del colore e delle immagini pressoche immutabili nel tempo suggeriscono che non si tratti solamente di pittura o arte religiosa.
Gia’ durante un’interessante conversazione con mio cugino, che… essendo del mestiere, se ne intende, mi spiegava che le icone non sono un semplice oggetto d’arte e pertanto non ci sono testi o descrizioni le commentino, o meglio l’icona per gli ortodossi e’ piu’ una questione di esperienza tangibile, e altrimenti non si spiegherebbe la vera e propria venerazione. Il tema e’ certamente complesso e riuscire a spiegarlo in poche righe e’ impresa al di la’ delle mie capacita’. Il punto di partenza e’ proprio all’inizio del libro, e anche all’inizio della Bibbia : “In principio Dio creo’ il cielo e la terra” (Gen I,1) Se quindi esistono simultaneamente queste due dimensioni, la ricerca di un punto di contatto intellegibile e’ ritrovata dall’ortodossia nell’icona. Definire un’icona e’ un po’ come definire una finestra: non e’ tanto questione di materiali, del telaio o del vetro, l’essenza di una finestra -presuppone- un interno, un esterno ed un tramite.
A volte comunque i discorsi troppo complessi rischiano di far venir meno l’esperienza diretta e la ricerca di un significato personale : nel volto sereno, ma pieno di una comprensione illimitata, di Gesu’ in braccio a Maria che con grazia e attenzione guarda a Lui c’e’ una forza e una dolcezza che mi ha fatto scegliere questa icona tra altre nell’ultimo viaggio a Kos e volerla portare nella nostra (nuova) casa.
un gentile regalo d’autunno
Dopo aver degustato a pranzo del Chianti, il sole di questo sabato mi invita a una pausa di riflessione nell’orto dove vicino alla pianta di albicocche sedersi e fumare in pace un sigaro, leggendo una rivista di viaggi, con immagini dell’autunno italiano e di posti ancor piu’ lontani, dall’australia all’india.
Assaporare tra le volute del fumo quelle immagini, in tutta calma, a piedi nudi e in maglietta sotto il sole gentile, che scalda bene ma non richiede occhiali o cappello e’ un momento corroborante, ritagliato dal tempo dove il lavoro ti assorbe e per quanto ti piaccia, sottrae energie come pure dai momenti dove l’intuizione e le idee che ti passano per la testa veloci potrebbero farti immergere nelle attivita’ piu’ diverse.