Creta : logistica

Abbiamo prenotato giusto una settimana prima della partenza (14 agosto) in un’agenzia Bluvacanze, il pacchetto volo + apart-hotel era di Route 66: un tour operator di Milano francamente sconosciuto, in effetti al di la’ dei nomi noti (es. Teorema, Ventaglio etc) ci sono molti TO piccoli ma validi. In effetti, in quanto a trasferimenti, presenza di un’assistente italiana in loco, conferme volo tutto ha funzionato per bene.

Gli appartamenti Kaissa Beach sono a Gouves, o meglio a Kato Gouves (kato dovrebbe voler dire “inferiore” nel senso che Gouves “vecchia” e’ 3 km all’interno e un po’ piu’ in alto e Kato Gouves sul mare) e hanno davanti una microspiaggia ciottolosa di nessun particolare valore; comunque una spiaggia sabbiosa e’ a 200 metri anche se non e’ certo la migliore che abbiamo visto. Come struttura e’ recente, con una piccola piscina, l’appartamento e’ carino e pulito, il bagno un po’ meno.

Fanno anche prima colazione o mezza pensione, il consiglio : evitate.

La prima colazione era alquanto spartana, invece potete trovare in giro delle bakery o dei bar che fanno english breakfast se non potete vivere senza bacon e scrambled eggs. Noi non abbiamo optato per la mezza pensione, ma abbiamo sentito altri che non erano particolarmente soddisfatti.

Creta e’ piuttosto grande, se guardate su una cartina e’ lunga (260 km) e relativamente stretta, oltretutto le strade di collegamento, al di la’ dei tratti della new national road particolarmente scorrevoli possono essere tortuosi, quindi il consiglio principale per scegliere dove alloggiare dipende da quanto volete girare e quanto tempo avete a disposizione.

Kato Gouves e’ 15 km ad est di Iraklio, una posizione quindi abbastanza centrale che si prestava come base di partenza.

Abbiamo infatti noleggiato subito una Citroen C3 pressoche’ nuova da Motorstar (290 Eur per 2 settimane, assai meno di quanto proposto dal TO) e abbiamo fatto circa 1700 Km alternando giorni dove macinavamo km

(ad esempio per andare da Gouves a Chania, giretto nella penisola di Akrotiri e ritorno ci vogliono 360 km) a giorni relax in spiagge relativamente vicine .

Mi sentirei di dire che il modo migliore per visitare in due settimane il piu’ possibile l’isola sia di non essere basati in un unico luogo : guardando anche gli altri racconti scegliete le cose che vi interessa piu’ vedere e localizzatele sulla cartina, quindi cercate alloggi vicini. Questa pianificazione prima di partire puo’ richiedere non poco tempo, potete farla anche in loco cercando room to rent o alberghi, di strutture ce ne sono tante dipende dal vostro grado di adattabilita’.


Appunti da Creta

Da 3 anni a questa parte il nostro ideale di vacanza e’ fatto di sole, mare ma anche cose da vedere, esplorare, piccole scoperte senza paura di fare troppa strada, a piedi, in motorino o in macchina. Quest’anno, avendo due settimane a disposizione la scelta di un luogo dove approdare e’ stata un po’ piu’ difficile, certo si sarebbe potuto combinare viaggio + un isola piccola o un cocktail di due isolette, ma alla fine la scelta e’ andata ad un’isola abbastanza grande da soddisfare la voglia di relax ed esplorazione : Creta.

Il bilancio della vacanza in sintesi e’ decisamente positivo : mare trasparente, belle spiagge, storia e archeologia, posti che per nulla diresti essere su un isola nel mediterraneo. Di seguito alcuni appunti utili per chi decidesse di visitare Creta, non aspettatevi un raccontone dettagliatissimo : in rete ce ne sono gia’ di veramente ben fatti come quello di Maurizio1 e Maurizio2 che sono stati materiale prezioso anche per noi.

Lavoro e tempo libero : parte III

Tra il lavoro opprimente e il tempo libero eventualmente valorizzato sapientemente come ozio creativo, sono convinto esista una ulteriore possibilita’ : sfruttare gli interessi personali, le curiosita’, l’ esperienza che fanno parte del proprio bagaglio personale e cercare una possibile area di intersezione anche nell’ambito lavorativo.

Certo, dipende dall’autonomia che uno ha nel proprio lavoro e da quanto ha sviluppato interessi che possano essere traslati efficacemente (ad esempio se uno avesse la passione per l’acquarello tibetano e si occupasse di contabilita’ forse e’ un po’ dura) ma in altri casi sfruttando alcuni comuni denominatori, come la tecnologia o paradigmi come la finanza forse esiste uno spazio per rendere il lavoro piu’ interessante e l’esperienza piu’ ricca.

Ma ora basta parlare di lavoro.

Lavoro e tempo libero: parte II


Aristotele, a conclusione della sua Etica nicomachea , suggerisce una

classificazione delle attivita’ umane in quattro categorie : il lavoro faticoso

(pomos), gli affari (ascholia), il gioco (paidia), il diletto coltivato

(schole). Secondo il grande filosofo, tutti gli uomini sono capaci di ammazzarsi

di fatica, di sfaccendare e divertirsi. Ma il diletto coltivato che costituisce

una forma sublime di gioco e riservato ai soli esseri umani veramente liberi :

nel corpo e nell’anima.

da un articolo di Domenico De Masi su 24magazine del 7/8/2004

L’autore ha scritto un libro intitolato : ” L’ozio creativo” e nello stesso articolo precisa che:

“per ozio creativo non intendo la pigrizia, il dolce far niente, l’ignavia,

l’inerzia, l’ammazzare il tempo. Intendo la valorizzazione del tempo grazie alla

capacita’, frequente negli scenziati e negli artisti di sommare in modo

inestricabile il lavoro, lo studio e il gioco. Quando la nostra attivita’ si

trasforma in ozio creativo non sappiamo dire neppure noi che cosa stiamo facendo

: se stiamo producendo ricchezza, sapere o allegria; se stiamo lavorando o ci

stiamo divertendo. E’ questo il genere di vitalita’ che si riscontra molto

spesso nelle persone geniali : un’estrema fertilita’ del pensiero accompagnata

da un’apparente pigrizia”


Lavoro e tempo libero : parte I

Tra le altre canzoni presenti nel sampler RBR 2004 di cui parlavo ne ritrovo una di Utah Phillips che avevo citato tanto tempo fa su queste pagine e che mi offre il pretesto per parlare di lavoro e tempo libero. Quel passaggio, tradotto suonerebbe come :

“ho imparato da giovane che l’unica vera vita che avevo, era quella della mia mente, ma se e’ vero che l’unica vera vita di cui dispongo e’ quella della mia mente, che senso ha dare la mia mente a qualcuno per otto ore al giorno per un

uso specifico aspettandosi che alla fine del giorno venga restituita integra

?”

Ovviamente si tratta di una posizione estrema nelle parole di un vagabondo (per chi interessa, la trascrizione di “bum on the rod” sta qui ) comunque in molti, troppi, casi il lavoro non rappresenta la realizzazione delle proprie capacita’ o comunque un ambiente soddisfacente. Quando poi il lavoro e’ precario o se vogliamo usare un eufemismo : flessibile, o ancora di piu’: non si trova, la frustrazione aumenta, certo, con essa anche il tempo libero.


finiti i diari di Keith Haring, una lettura decisamente inspiring, anche per chi non e’ un artista o nemmeno un esperto in materia.

Alcuni passaggi estratti : citando un’intervista a George Condo, un pittore apprezzato da KH, ad una domanda su vita e arte, quale delle due sia piu’ importante, George risponde che e’ piu’ importante l’arte perche’ e’ immortale. A quel tempo (1987) Keith non sapeva o non era certo ancora di avere l’AIDS e quindi non sapendo se avesse i giorni contati conclude che cio’ che conta e’ fare il piu’ possibile, il piu’ velocemente possibile, […]

“sono sicuro che cio’ che restera’ in vita dopo la mia morte sara’

sufficientemente importante per sacrificare il mio lusso e il mio tempo libero.”

Un altro punto che mi ha colpito e’ il rispetto e la considerazione per i bambini, non a caso il bimbo che gattona (come quello sulla copertina dei diari) e’ assurto a suo logo :

“Non c’e’ nulla che mi renda piu’ felice che far sorridere un bambino. La ragione

per la quale il “bebe’” e’ diventato il mio logo o la mia firma e’ che si tratta dell’esperienza piu’ pura e positiva dell’esistenza umana”

Infine lo stupore davanti al giardino delle delizie di Bosch al Prado, un senso di “iperrealta’, il cui effetto, considerato che si tratta un dipinto del 1500, e’ alquanto strabiliante ancora oggi.

Stupore che condivido, probabilmente e’ l’opera che mi era rimasta piu’ impressa la prima volta che ho visitato il Prado nel 1985 e ancora all’inizio del 2004 ho voluto rimirarla per bene.

due cose degli USA che mi danno soddisfazione e accumunate in questo momento dall’impegno politico: Bruce che prende posizione con Kerry e Ani che intanto richiama al voto gente che comunque ha perso interesse per la politica.

su questo sito post upgrade del server non solo i commenti (messi a giusto riposo) sono saltati ma anche una cosa anche indolore come i permalink, dopo giusto un intervento di emergenza sul template, mi verrebbe quasi voglia di un restyling globale, peccato che il tempo a disposizione in questo paio di giorni di extra summer break sia ormai finito

Se Keith Haring fosse vissuto giusto in questi tempi invece che i diari avrebbe probabilmente tenuto un blog. E’ una lettura interessante, dove si mescolano appunti quotidiani a riflessioni piu’ articolate sull’arte e la vita, il tutto in un arco di tempo di dodici anni.

mentre cercavo di mettere a posto i commenti sul weblog (operazione con la piu’ bassa utilita’ e priorita’ in questo summer break, ma con l’umidita’ modello vietnam un po’ di challenge ci vuole, vedo che ora su blogger c’e’ anche l’editor RTF, sono troppo avanti, pero’ mi fa piacere sapere che su quella direzione c’ero gia’ arrivato un annetto fa con un mio cms autoctono