Pur essendo ormai assuefatti da attentati che si svolgono tuttavia “lontano” come in Israele o in Iraq , un attentato in Europa delle proporzioni di quelli avvenuti stamane a Madrid sorprende e addolora, almeno per quanto riguarda me, anche per un paio di motivi ulteriori:come pendolare, l’idea che sul treno che magari prendo da anni ci possa stare una bomba non e’ proprio un buon modo di iniziare una giornata, in secondo luogo e’ ben fresco il ricordo del viaggio a Madrid all’inizio di quest’anno e la stazione Atocha e’ proprio vicino al museo Rejna Sofia e al Parque del Buen Retiro, e colpisce con la sua facciata d’altri tempi.

questo blog si prende una vacanza, eh si’ perche’ finora e’ andato in vacanza solo quando ci andava il suo autore, ora rivendica il diritto ad un po’ di evasione, vagabondaggio, magari per un weekend, magari per un periodo piu’ lungo, spera di tornare con un qualche cosa (di interessante, se gli riesce) da dire. ciao ciao

la disciplina considerata separatamente dal resto puo’ risultare in qualcosa di freddo e forse pointless, inserita in un insieme di valori etici, a supporto magari della ricerca della perfezione assume un certo fascino, almeno questa e’ l’impressione che mi ha fatto l’Ultimo samurai Invero se non la cultura dei samurai ma la disciplina zen, in anni passati aveva suscitato il mio vivo interesse, rendendomi presto conto pero’ della distanza che c’e’ da percorrere forse per noi occidentali, tanto facilmente etichettabili come razionali quanto disponibili al compromesso o a sfuggire le vie troppo dritte.

ci sono ancora, non mi sono trasferito su un’isola deserta e senza possibilita’ di connessione, pero’ come dire le pause servono, anche se della settimana scorsa ne avrei fatto a meno, comunque i’m back e si guarda avanti.

Ho appena scoperto un clever hack nel programma che uso da una vita per fare analisi grafiche che consente di automatizzare una serie di passaggi a basso valore aggiunto. Ero gia’ pronto a rispolverare il visual basic per creare quanto non sembrava possibile fare direttamente, ma gli anni in cui conoscevo interagivo con la struttura in formato binario dei file di Metstock come Neo in Matrix sono un po’ lontani e poi, va bene le gioie della programmazione ma non c’e’ motivo di reinventare la ruota se ne si trova una gia’ abbastanza rotonda.

il bilancio della settimana lavorativa ibrida (due giorni di telelavoro e tre in ufficio) mi sento di poterlo definire positivo, in particolare il fatto di evitare le ore di spostamento pendolare influisce sulle riserve energetiche a disposizione per altre attivita’, altri benefici del lavoro domestico, il poter fare una teleconference comodamente sul divanone e senza rumori ambientali tipici di un open space laddove le poche sale riunioni non siano disponibili. Certo alla lunga la cosa ha anche i suoi lati negativi, in primis il fattore prossimita’ col frigo puo’ seriamente compromettere la linea (volete mettere il frigo di casa con la macchinetta delle merendine ?), ma nel complesso l’efficienza ne guadagna.

e oggi si telelavora…

il mio primo giorno lavorativo dell’anno potrebbe venire turbato dallo sciopero selvaggio che imperversa su milano e che mi farebbe fare un’altra odissea per giungere sul posto di lavoro, ma un avviso tempestivo da chi fa colazione guardando il tg3 e la magnanimita’ del mio boss che mi consente di lavorare in remoto mi evitano ore di coda invana e karma negativo. ora mi sposto dal pc domestico a quello dell’ufficio, distanti due spanne e con due collegamenti diversi e si inizia. Tutto sommato gia’ parlavo dell’efficienza del telelavoro nella mia tesi di laurea e qui lo si mette in pratica, per lavori prettamente di ufficio (tipo controllarsi le mail arretrate di due settimane e fare un paio di teleconference) non vedo particolare valore aggiunto nel fare 120 km di spostamento e ore nel traffico. l’unico dubbio, dovro’ pagare il pranzo domestico on il ticket ?

per cinque giorni abbiamo camminato attraverso quelle strade che qui sono ancora avvolte nella luce dell’alba, salutato il nuovo anno in una piazza da dove si iniziano a misurare le strade di un intero paese, assorbito cultura antica e moderna, assaporato buoni piatti di pesce, o nel ristorante piu’ antico al mondo o in un posto che alla tradizione aggiunge note creative, ristorato nella notte con della cioccolata fumante (e churros) e di giorno con altri beveraggi comunque apprezzabili (peppermint mocca, ma vieni), semplicemente vagabondato per quartieri interessanti o anche popolari e alla fine la visione dal dalla camera al sedicesimo piano dell’hotel ci accoglieva con nuove destinazioni da esplorare. Il bilancio quindi di inizio anno e’ gia’ positivo e tale da non far quasi considerare che il viaggio di ritorno ha richiesto praticamente dodici ore.

Statistiche culturali

Il mio rapporto con la statistica e’ piuttosto vario: l’esame di statistica in universita’ (assieme a contabilita’)e’ quello che registra il voto minimo possibile , forse perche’ aveva un che di astrazione che la rendeva evanescente, La media dei voti degli esami invece era qualcosa di piu’ concreto, e seppur la mia non fosse strabiliante (attorno al 26) la sua varianza era pressoche’ la massima possibile.Di li’ a poco pero’ comincio a fare i primi grafici (carta millimetrata) dell’andamento delle azioni e concetti come la media mobile acquistano maggiore utilita’ pratica, uniamo l’interesse per tenere traccia di alcune esperienze ed ecco una statistica dei miei apporti culturali recenti, cd, concerti, libri.

Mi rendo conto che questo risultato puo’ candidarsi tranquillamente al titolo di post piu’ inutile dell’anno (anche se immagino che alcuni esperti di marketing pagherebbero per uno studio delle dinamiche dei consumi culturali). Certo si puo’ obiettare che un cd quadruplo di Springsteen abbia un costo diverso da un nice price o che i pattern di consumo sono differenti: concerti e libri sono sostanzialmente esperienze “monouso”, mentre un cd (salvo che non faccia proprio schifo) lo si riascolta piu’ volte. Pero’ in generale si puo’ evincere (al di la’ dall’eccezione 2002 fatta per confermare la regola) una costanza del numero di stimoli culturali ricevuti ed un sostanziale rapporto di trade-off tra le varie alternative.