primo giorno di corso, beh come dire, era da un po’ che non sperimentavo la sensazione di sentirmi abbastanza perso, come se fino ad oggi avessi visto solo dei mercati finanziari, l’aspetto esteriore, il risultato, e ora bisogna aprire la scatola nera e capire, esatto, capire cosa ci sta dentro. E sara’ che da quando si parlava di insiemi alle elementari la mia familiarita’ con gli aspetti matematici non e’ propriamente eccellente e i mercati soprattutto obbligazionari sono basati sulla logica e sul calcolo… .
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ancora pochi minuti e poi via verso Ginevra per una settimana di corso sui mercati finanziari per prepararsi alla certificazione ISMA. Sono diciamo molto open minded come atteggiamento, almeno per ora, cioe’ in realta’ spero di sopravvivere
altro giorno, altro doppio cd : appena preso ieri : So much shouting, so much laughter di Ani DiFranco considerato che e’ solamente il secondo disco dal vivo nella sua prolifica carriera me lo gustero’ per bene, mi terra’ compagnia in viaggio. Oltre al felice acquisto, giornata illuminata dal sorriso che appare dalle opere in mostra di Elliott Hervitt : Snaps
per ritornare giusto pochi post orsono dove parlavo di gioia… mi sono preso il doppio cd di Michelle Shocked, per quanto riguarda il contenuto, la canzone che citavo ha un passaggio che richiama l’articolo: in this world but of this world i’ll never be come per riaffermare la natura non puramente terrena della gioia, come qualcosa in noi ma che arriva da altrove e non e’ scalfibile dalla difettosita’ umana, ancora : jealousy and anger, greed and hypocrisy, the season of human nature, cannot take my joy from me.
Per quanto riguarda il disco nel suo complesso penso di doverlo ascoltare ancora per esprimere un’opinione, certo che musicalmente parlando ci si trova dentro delle belle cose, dei suoni molto tradizionali, di quelli come quando entri in casa e senti il sapore della torta nel forno: come nella 4a traccia del 1o cd : Good News, un intro con un organo Hammond B3 dove puoi sentire l’aria che si muove nelle canne riscaldando l’ambiente, una batteria con un rullante potente che frantuma cristalli nell’aria dilatata e vaporosa, una chitarra con un suono crunch e la voce leggermente distorta e compressa come se fosse passata attraverso un canale dell’ampli della chitarra, segni di un buon artigianato musicale sulle strade battute ma sempre nuove del blues, gospel, folk, rock. A volte puo’ sembrare un viaggio incoerente, o magari solo molto assortito.
in edicola, acquistati : PcProfessionale, Il Mucchio eXtra, Freeway Magazine e Repubblica , in pratica un paccone di carta che mi ci vorrebbe ben oltre il w/e giusto per incrementare avrei quasi pensato di prendere anche Amica, solo per leggermi l’articolo sulla nuova generazione di archetipo femminile : le semisingles
se dovessi mettere un’icona per etichettare questi giorni direi : busy, troppo anche per una bloggatina rapida
il nuovo numero di willy nilly e’ sulla gioia, un tema direi quanto mai opportuno e profondo come migliore risposta alla paura e all’incertezza, tratti che mi sembrano un po’ dovunque in questi tempi. Probabilmente molti scambiano la gioia per qualcosa di immediato, superficiale, e magari anche facile da raggiungere, magari questo puo’ essere vero per la felicita’ ma la gioia e’ qualcosa di ben piu’ profondo e teoricamente intangibile e intoccabile, come dice Michelle Shocked in una sua canzone : you can’t take my joy from me. Ecco dovrei andarmi a trascrivere quanto aveva detto lei introducendo quella canzone. nel frattempo mi leggo questo articolo della e-zine che mi ispira e che posso condividere, d’altronde, l’etimologia di entusiasmo : ενθουσιασμός ,che e’ qualcosa di molto vicino alla gioia come sua manifestazione, non e’ forse “essere posseduto, ispirato da Dio” ?
in effetti… o basterebbe aggiungere ” : petrolio” btw in tema, forse provocatorio come in altre occasioni, ma il nuovo libro di Jeremy Rifkin : Economia all’idrogeno mi sembra interessante.
una pausa pranzo di un’ora e mezza e’ troppo, o forse sara’ che a Milano siamo troppo frenetici e qui sembra quasi di essere in campagna, mah io non capisco, cioe’ invece di cazzeggiare postare profondi commenti su blogger a beneficio dell’umanita’ e correre poi per prendere il treno preferirei lavorare senza sprecare tempo
sto bloggando da una training room a Ginevra, nuova ma di un grigio/bianco panna inerziale come se fosse una via di mezzo tra un ospedale, un laboratorio e un mega case di un pc prima che anche i pc diventassero colorati