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camminare a Portobello la mattina tra la folla, su e giu’ per Harrod’s con la food hall che stuzzica con varie prelibatezze, le spezie indiane di Soho Spice e le contraddizioni di Soho, St. Paul vista dal ponte pedonale e lo sfondo di Londra come un grande cantiere, il Tower Bridge e gli angolini con le mucche newyorkesi a St. Katharine docks, camminare nella notte e da Trafalgar Square scovare una via piena di limousine e un palazzo che sembra uscito da qualche fiaba e vedere il big ben e la millennium wheel illuminati, e Camden Town, con cose veramente bizzarre, angoli che sembrano Amsterdam o qualche posto oltreoceano, il negozietto australiano con i didgeridoo , the tube per andare quasi dovunque e il night bus, e la casa accogliente di G., i frappuccini cream di Starbucks e molte altre cose ancora, il tutto in realta’ e’ poco senza una cosa che pero’ non si riesce a scrivere bene qui… come direbbe Battisti, tu chiamale se vuoi, emozioni
Isn’t it ironic, don’t you think ? A Londra, quattro giorni di fila senza una goccia d’acqua, anzi il w/e splendido con una domenica da abbronzarsi, tornare a Milano con la pioggia e ora un bello sciacquone da chiedersi come uscire dall’ufficio per andare a prendere il trenino
I’m back. 🙂
ancora pochi minuti, spero, e si aprira’ la porticina dell’arrival gate, lo sai, c’e’ anche una canzone di Ani che si intitola’ cosi’, e io sono qui per te e non vedo l’ora di vederti uscire…
et voila’ , archiviati due giorni e una piccola appendice lavorativa anche stamattina in quel di Londra, i due giorni di meeting praticamente chiusi in un hotel in centro sono stati duri, soliti torrentoni di parole, pero’ a volte e’ utile vedere in faccia una trentina di colleghi da ogni parte del mondo. Cena da Belgo Centraal che guarda caso avevo visto segnalato sul weblog di lakescorner e mi ero bookmarkato , in effetti ambiente molto blade runner , buona cucina ma anche un casino della malora, da urlare per sentirsi, aggiungi che dopo svariate birre i colleghi perdono l’aspetto serioso e subiscono una regressione infantile, oggi inizio vagabondaggio (ora sto bloggando da Towerrecords a Piccadilly) e via per il w/e
ancora una manciata di ore e poi il caldo torrido dell’estate padana lascera’ il posto a 5 giorni di sicuro fresco londinese, gia’ mentre mi tengo sott’occhio come sono messi vedo abbondare di giubbotti e in questo momento non piove, ma si vedra’ che tempo fara’ certo che 20 gradi sembrano gia’ un miraggio la’. La formula e’ meeting di lavoro + giorni di vagabondaggio turistico, un po’ come a gennaio ma con piu’ piu’ tempo a disposizione per la seconda che ho detto, e direi molto + interessante visto che non sara’ un vagabondaggio solitario, ma con la mia compagna di viaggio 🙂 …
Che dire del concerto di Ani in quel di Paderno Dugnano? un tempo scrivevo le mie brave recensioni e per lo piu’ in inglese, in modo che tutti ne beneficiassero worldwide, ora saro’ forse un po’ piu’ pigro per cui per ora ci butto solo due righe in italiano. Per essere sintetici : bello, molto bello, lo so che suona banale, per uno poi che dopo tre anni e’ dodici volte che l’ha vista in concerto, pero’ forse questo e’ proprio la cosa piu’ sorprendende di Ani : fare una quantita’ enorme di concerti ed essere sempre su ottimi livelli, continuare, e capire perche’ lo fa, perche’ e’ veramente una joyful girl come ha cantato nel bis e lo capivi, lo vedevi. Ho trovato molto intensi anche i momenti dove era solo lei e chitarra (Names and Dates che ha aperto il concerto) o in formazione ridotta, come per Rock Paper Scissors con Julie all’organo e Revelling con Hans al sax. oppure in Dilate, this song is about me ha detto iniziandola. Assolutamente notevole anche Maceo Parker che ha aperto con la sua full band carica di funk energetico, vedere questa energia e la frontline con lui e gli altri in vestito scuro e cravatta sotto il caldo micidiale di questa ex cava era ga’ uno spettacolo.
Per l’interrogativo che mi ponevo prima, si, posso sinceramente dire che una data sola mi ha soddisfatto, e’ una cosa diversa “seguire un tour” c’e’ quel clima che si crea con gli altri compagni di viaggio e tutte le menate, guidare, trovare dove dormire, ma questa volta andava bene proprio cosi’
e’ strano ma non mi sembra vero domani di andare al concerto di Ani a Milano, sara’ perche’ e’ un po’ diverso che non l’anno scorso dove ho macinato migliaia di km per seguire 6 concerti in due leg, mentre questa e’ l’unica data che faccio, e a pensarci, anche nel 1999 ne avevo fatte un paio, mah boh comunque, diciamo conto sul fatto che ripaghi anche di quelli a cui non sono stato. see ya there.
e cosi’ stamane il mio vecchio cellulare Siemens S25 mi ha abbandonato definitivamente, prima una schermata paragonabile al blue screen of death e poi niente, insensibile ad ogni reset, meglio cosi’ forse la lunga agonia con un tasto che funzionava un giorno si e uno no era un po’ fastidiosa, ora boh, salvo che l’intervento provvido del mio tamburo sciamanico non lo riporti in vita, ho un nuovo soprammobile