c’e’ una cosa delle domeniche tipo oggi, come quelle in piena estate che mi colpisce a volte : il silenzio. Di silenzi ce ne possono essere molti, o come quelli tra una nota e l’altra, indispensabili perche’ melodia e ritmo abbiano senso, o come quelli dove non ci sono parole, ma ci sono sguardi che non hanno bisogno di parole, perche’ lo sguardo e’ un gesto quintessenziato e vince la parola proprio perche’ l’indefinitezza dei suoi margini gli permette di accogliere in se’ una galassia di significati .
ci sono anche silenzi che nascondono dietro un vuoto ed un buio di fronte al quale proprio non si sa cosa fare, ci vuole ingegno.
Perche’ parlare di silenzi quando tra giusto un giorno ci sara’ baccano e frastuono per celebrare un mero evento cronologico, un passaggio del calendario?
Non so tra i due estremi, tra il botto gratuito e fracassone e il silenzio quasi preferisco il secondo, dove almeno c’e’ spazio per pensare, o meglio per non pensare come atto volontario, diro’ quasi che ammiro quelli che al cenone da sbudellamento con rave party ad accanimento terapeutico preferiscono attendere il nuovo anno nel silenzio, ci sono no’ quei monasteri dove accolgono i pellegrini (eh ci ho anche pensato…), silenzi o parole, almeno che ci sia significato.
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this one goes to the english only readers of those pages (to the extent that you exist !) and it’s just a quote from a Utah Phillips record (where Ani does all the music), for the ones of you not familiar with him, he’s a storyteller, telling stories about work, unions and all
that stuff, should you see him you’ll be reminded of the grandpa in Dukes of Hazzard, well here we go:
“i learnt when i was young that the only true life i have, was the life of my brain, but if it’s true that the only real life i have is the life of my brain, what sense does it make to hand that brain to somebody for eight hours a day for that particular use on the presumption that at the end of the day they’ll give it back in an unmutilated condition ?”
why am’i talking about work on a holiday ? well not everbody’s scratching his belly today (uhm i wonder if in english this expression makes sense), many people today are working, maybe for the Euro changeover, as my friend Giuseppe, c’mon guy ,hold on, you’re there alone in the office but my thoughts are with you ! keep doing that damn good job.
ho guidato di notte con la luna piena, e la notte era meno nera, in un autostrada che invece di essere la milano-torino poteva essere una highway che attraversa il wyoming, e la luce rischiara la sagome periferiche, nei boschi, come quando si viaggiava forse a cavallo, certo senza fari nella notte, o con lanterne e potevi immaginare storie che sarebbero diventati racconti.
E non ero stanco, per nulla, e mi ha fatto piacere rivedere amici e colleghi, anche se questo vuol dire farsi due ore di macchina round-trip, la pigrizia a volte ti frega e ti perdi gli amici, e le notti di luna piena.
beh pero’ c’e’ sempre Massimo Gramellini ad offrirci, col suo stile brillante e sagace, cose su cui riflettere, tipo il fatto che il film + visto sia Merry Christmas con Boldi e De Sica:
Il messaggio cul-turale degli Autori sarebbe però caduto nel vuoto, se non avesse incrociato un pubblico già educato a coglierne gli spaccati sociali ma soprattutto inguinali, e ad apprezzare nelle maschere di bonazze trucide e romano-padani balenghi la risposta «no global» alla massificazione contemporanea.
concordo pienamente, non so come si possa vedere certi film, per carita’ non voglio fare lo snob e dire che il cinema e’ solo Antonioni o Wenders ma che ci sia uno squallore ormai metatelevisivo e’ preoccupante
avrei un milione di parole per popolare questo weblog, oppure solo una, eppure non le scrivero’ qui perche’ a volte le parole devono essere libere di fluttuare come farfalle e non essere prese in un micidiale retino; potrei stare sveglio giorni interi, perche’ tanto per dormire c’e’ sempre tempo, oppure tuffarmi sotto le copertine al caldo, insomma e’ cosi’ , quindi mi spiace se non trovate qualcosa di ingegnoso da leggere su queste pagine here and now, abbiate pazienza
buon Natale!
pssst. sentite fuori, non ci sono piu’ le code di macchine angoscianti, la gente che corre per accaparrarsi i regali, la ricerca della tartina tartufaragostata per l’abbuffamento collettivo, no c’e’ un po’ di silenzio, di tranquillita’ e allora ci si puo’ godere meglio la serenita’ e la gioia di passare questa giornata con le persone a cui volete bene, e questo mi sembra il miglior augurio che posso farvi.
babbo natale e’ arrivato parte II
ricevo stamane un SMS, e’ molto rapido e sintetico : “E’ nato. Nick” .
e’ del mio amico Nicola che cosi’ mi dice che e’ diventato papa’, lo chiamo a razzo per congratularmi con lui e la sua dolce moglie e ora mamma, eh, il bambino e’ nato in anticipo di un paio di settimane, si vede che non vedeva l’ora di conoscere papa’ e mamma e di festeggiare con loro il Natale, piu’ Natale di cosi’ non saprei. sono veramente felice per tutti loro e per questa giovane famiglia.
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a volte si cammina come dei robottini, tutti in fila, uscendo dai treni, non guardando da nessuna parte magari solo davanti, giusto per non incrociare un palo, altre volte capita di guardare in giro, in aria, come per scoprire qualcosa, certo aumenta la probabilita’ di impattare su un palo e in effetti io di recente ho rimodellato 5 miei nasi , pero’ magari ci si imbatte in dettagli come quello a fianco.
p.s. questo messaggio e’ stato composto in treno col mio notebook, sul quale stavo scrivendo un SMS collegato al nokia 6210 via IR e scaricando le immagini dalla mia Olympus C700 via USB, certo invece di comporlo lo avrei anche pubblicato se avessi avuto un GPRS invece di un collegamento GSM a 9.6k che io aborro.
ah , homo technologicus