Non so con quale criterio vengano assegnati i nomi ai condizionatori, ma quando sento per radio in macchina la pubblicità del condizionatore “ururu sarara” subito mi lancio declamando con la mia voce bassa e la erre moscia urrrurruru sarrarrarrraaa ottenendo un effetto che secondo me incuterebbe timore reverenziale in una tribu di neoaborigeni metropolitani
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una settimana fuori
dall’italia. Si parte di domenica tra il blocco del traffico, con un tempo grigio che anticipa peggiorativamente la destinazione : Londra. Volo Alitalia cancellato, spostamento su altro volo con somma di ritardi e viaggio in compagnia di gruppi familiari assortiti, tra cui spicca un pargolo che emette grida strazianti per tutto il viaggio nonostante la mamma francese si prodighi nel rapsodiargli dolci nenie e mettendo a dura prova il mio desiderio di paternita’.
Era tre anni che non andavo a Londra, passi l’aumento dell’Heathrow Express a 15.5 £ ma rimango un po’ perplesso di fronte al biglietto per un viaggio in metro a 4 £. Poi la pubblicita’ onnipresente di questa Oyster card mi fa capire che per i prossimi 4 giorni forse e’ il caso che me ne doti se voglio pagare il viaggio meno della meta’. Registrando la card online la si puo’ ricaricare via internet e bloccarla in caso di furto/smarrimento; per altro immagino ogni spostamento di una persona sia tracciabile, chiamalo controllo. Le giornate scorrono tra workshop, training, pinte di birra in pub fumosi (una cosa che non ho mai capito e’ perche’ insistano ad offrirtene quando ancora sei ad un terzo della pinta), cene e piacevoli incontri di (ex) colleghi, ragazze ubriache che urlano sguaiate in metro o che cadono a terra strafatte mentre cammino tranquillo verso il mio hotel ottocentesco.
Poi altro aereo che mi dovrebbe portare verso un hotel high tech a Madrid. Peccato che quando ci arrivo a mezzanotte mi dicono che la mia prenotazione non e’ valida ma giusto dietro l’angolo c’e’ un altro hotel simile che mi aspetta, peccato che con l’indirizzo sbagliato mi faccio una bella camminata notturna con trolley rivedendo posti impressi nella mia mente dal mio primo viaggio quando avevo 15 anni. comunque alle 00:42 arrivo in camera veramente hi-tech con doccia con idromassaggio e ampie superfici specchianti, flat tv e portatile con connessione a internet e gia’ bookmarkati siti porno, insomma tutto quanto serve. Una giornata di lavoro interessante e via infine verso casa con insospettabile puntualita’ da parte della compagnia di bandiera.
Asimmetrie nel mondo del lavoro
Su Metro di oggi due notizie nella stessa pagina sul mondo del lavoro : citando una ricerca di Robert Half Executive Search dove si dice che il 50 % dei manager italiani ritiene che i lavoratori full time siano piu’ produttivi rispetto a quelli part time (contro una media europea del 29%) .
Poco sotto si dice secondo una ricerca di Monster che i dipendenti europei lavorano principalmente per lo stipendio (48%). In controtendenza gli italiani, che sembrano lavorare soprattutto per realizzarsi (40% rispetto al 18% europeo).
Le citta’ invisibili
Volevo proprio vedere “all’opera” alcuni dei principi che Italo Calvino ha formalizzato nelle Lezioni Americane come la leggerezza, la rapidita’ e li ho ritrovati nelle Citta’Invisibili, una serie di brevi racconti (una pagina e mezza in genere) di citta’immaginarie dai nomi di donna. Una sorta di urbanistica della mente, quel genere di citta’o posti che immagini nei sogni e qui trovi, organizzati in una trama di temi che si rincorrono e affascinano non solo con quanto di poco trovi scritto ma con quanto di evocato. Questo piccolo libro e’ come un assortimento di cioccolatini d’autore : sono belli gia’ da vedere e gustosi uno per uno e quindi non vuoi consumarli rapidamente perche’ i sapori, per quanto fatti di ingredienti che si ripetono, non si mescolino troppo.
Leggere i testi di file mp3 con winamp
Ho un grande debito verso le canzoni inglesi, visto che molto dell’inglese che conosco l’ho appreso dalle canzoni, poi se una canzone mi piace non sopporto di non sapere cosa dica. Ci sono svariati siti online che forniscono i testi (lyrics) per le canzoni, e’ un attimo trovarli (e magari trovarsi svariate finestre pop-up di pubblicita’ indesiderata).Con iTunes e’ possibile aggiungere i testi ai file mp3 locali o sull’iPod, peccato che col mio iPod di 4 generazione da 30 Gb non si vedano (ho sperato che un aggiornamento del firmware aggiungesse questa funzionalita’ ma penso che facciano apposta a non metterla, se vuoi ti prendi un Nano o un 5G+.
Comunque se non sono in giro, sul pc di casa o sul portatile preferisco il buon vecchio winamp a iTunes e in questi giorni mi sono messo alla ricerca di un plug-in che mi facesse vedere i testi di file mp3 dove li ho aggiunti a mano da iTunes e presenti sia su hard disk che su iPod. La cosa sembra banale, il problema e’ che i testi possono essere esterni oppure dentro ai file mp3 in vari modi,a me sembra di capire che iTunes scriva i testi nel tag UNSYNCEDLYRICS pero’ forse le specifiche ID3 o le varie versioni danno un po’ troppa liberta’, sara’ per quello che fino ad oggi non ho trovato un plugin totalmente soddisfacente.
Comunque ecco le mie considerazioni :
- Lyrics Plugin 0.2 Mi piace per la semplicita’ : una finestra pop up compatta con il testo che ricerca via internet e nessuna opzione, lo svantaggio e’ che funziona solo se si e’ online, nel forum (molto spartano) ci sono gia’ richieste di potere “salvare i testi” e funzionare anche offline e spero che li salvi o li legga proprio nel tag giusto. A questo punto sarebbe perfetto
- ml_ipod Ora Winamp jha gia’ un certo supporto per l’iPod ma questa versione sembra meglio, cio’ nonostante non ho capito come riesca a leggere il tag, e ammesso che ci riesca mi sembra lo faccia solo direttamente dall’iPod, non dai file su disco rigido.
- MiniLyrics Ha parecchie opzioni (fin troppe) e riesce a leggere il tag unsynced lyrics pero’ se online punta da qualche parte con testi non sempre attendibili, oltretutto e’ shareware (19.95$) per cui se non registrato compare nella finestra un reminder
- EvilLyrics Anche questo ha una valangata di opzioni, pero’ ricerca i testi online e li memorizza in un suo database esterno, ho trovto in giro anche un javascript che convertirebbe questo formato e lo piazzerebbe dentro i file ma mi sembra veramente una trafila lunga
Certo se di tempo ne avessi da buttare non trascurerei di capire come si faccia a scrivere un plugin di winamp che faccia solo lo stretto necessario, too bad che non sono piu’ ai tempi del liceo.
Seek to walk your talk
L’inizio anno e’ il solito periodo di buoni propositi che poi molto spesso vengono messi da parte, ciò nonostante meglio formularli che partire gia’ ignari; meglio ancora formularli in maniera consapevole. Per quanto possa essere più facile stabilirsi obiettivi quantificabili, andare più a fondo e trovare comportamenti o atteggiamenti su cui lavorare puo’ dare ancora piu’ soddisfazione. Ho trovato qualche spunto qui e se tra quei dieci consigli ne dovessi scegliere uno, sceglierei : cercare di mettere in pratica quello che si dice (o non dire niente del tutto ed essere solo se stessi)
Architettura e felicita’ : parte 2 , il mio punto di vista.
Sono entrato in libreria per cercare un paio di libri che da lungo tempo avevo in mente di leggere e mi imbatto proprioall’ingresso in Architettura e felicita’. Il titolo mi incuriosisce : l’architettura e’ qualcosa che mi ha sempre attratto, e il tema della felicita’, quando non ridotto ad una trattazione banale da manuale di selfhelp, mi sembra un terreno di doveroso approfondimento e abbinabile a diversi contesti (es: Economia e felicita’ di Luca De Biase).
Vedere una casa ben progettata, un oggetto di design innovativo che non sia solo di sterile virtuosismo mi ha sempreilluminato e dato soddisfazione. Capire il linguaggio e intuire che l’eventuale semplicita’ era frutto di una ricerca, di un dialogo di materiali e sensazioni e’ provare un po’ come lo stupore di fronte ad un bel gioco. Negli oggetti di architettura e’ presente l’ispirazione del creatore e la proiezione delle aspettative di chi lo fruisce. E’ una conversazione e un’interazione interessante.
E’ nel dialogo con la sofferenza che molte cose belle acquistano il loro valore. Conoscere il dolore si rivela inaspettatamente uno dei requisiti essenziali per apprezzare l’architettura. A prescindere da tutti gli altri fattori, forse dobbiamo proprio essere un po’ tristi affinche’ gli edifici ci commuovano davvero (pag 23)
Questo passaggio mi ha colpito e penso sia condivisibile, forse per conoscere la felicita’ autentica si deve passare dal suocontrario, per avere una prova tangibile di veridicita’; e’ un tema interessante da approfondire, in un altro momento.
Quando sperimento qualcosa che mi da’ soddisfazione nel riceverla, fruirla, mi viene la tentazione di dire e se fossi dall’altro lato ? ad esempio : ascoltare buona musica e’ una delle mie piu’ grandi soddisfazioni: mi piacerebbe saper suonare e poter crearla io stesso. ci ho provato e debbo dire che la mancanza di talento e molto di piu’ di impegno non ha prodotto grandi risultati e la stessa cosa, in grado anche maggiore con l’architettura. Quando si e’ trattato di scegliere tra economia aziendale e architettura avevo i miei bei dubbi, poi ho scelto economia sulla base piu’ o meno dello stesso ragionamento della musica. Aver inserito nella tesi di laurea un capitolo che confrontava l’architettura organica di Frank Lloyd Wright con i modelli organizzativi che sfruttavano telematica e information technology e’ stata una soddisfazione solo parziale.
Eppure il dubbio se la mia scelta sia stata giusta ogni tanto riaffiora, specialmente da quando nell’ultimo anno sto seguendo l’arredamento della nuova casa, e leggo o sfoglio riviste o pubblicazioni (ad esempio l’enciclopedia della casa di Repubblica) .
Specialmente poi rileggendo a pag 55 del libro di Alain De Botton… :
Le professioni impegnano una gamma distretta delle nostre capacita’, riducendo la possibilita’ di costruirci una personalita’a tutto tondo, e ci fanno sospettare (spesso la domenica sera, quando si fa buio) che gran parte di cio’ che siamo o potremmo essere e’ rimasto inesplorato.
Architettura e felicita’ : parte 1 , una recensione.
Alain De Botton e’ un giovane (classe 1969) scrittore che secondo me ha il pregio di coniugare una conoscenza approfondita con un una leggerezza nello scrivere che rende la lettura avvincente. Di lui avevo letto anni fa “Cos’e’ una ragazza” e un paio di mesi fa il suo ultimo libro : Architettura e felicita’.
Il libro e’ un saggio sul rapporto tra architettura e design la loro fruizione, in varie epoche e contesti, per approfondire il significato di un linguaggio che parla a chi abita in una casa o a chi si trova per un quartiere. Nell’assenza di un criterio di bellezza universalmente valido, la ricerca del significato e del conforto dell’ambiente creato dall’architettura in cui si vive e’ un percorso avvincente. Cito dalla seconda di copertina che riassumere abbastanza bene il concetto :
“Attraverso una ricca casistica e insieme facendo ricorso alla verve del narratore, De Botton indaga, nella molteplicita’ delle sue sfaccettature, l’influenza del design sull’essere umano, design che suscita sensazioni e riflessioni, modifica l’umore, fornisce stimoli al miglioramento. Imparando a ritrovare in edifici e oggetti doti e qualità presenti anche nell’uomo avremo dunque l’occasionie di conoscere meglio noi stessi. E’questa dopotutto, la fonte della vera felicità.”
Il libro mi sembra ben riuscito e di lettura interessante non solo per “gli addetti ai lavori” ma per chiunque abbia un occhio attento e curioso a cio’ che lo circonda, apartire dalla sua casa. Una piccola nota : il titolo originale è : “The architecture of Happiness“, a me sembra qualcosa si sia perso nella traduzione in italiano, anche se forse allo scopo di renderlo più comprensibile ai molti.
Diodo tetragono
Le parole complicate o inusuali hanno sempre esercitato un certo fascino su di me, sara’ che mi piacciono le cose complicate. Certo bisogna capirle e io ho sempre interpretato, magari impropriamente, tetragono come sinonimo di equanime, cioe’ che non si abbatte di fronte a situazioni difficili, conscio che si possono superare, ma che nemmeno si esalta facilmente per gioie che possono rivelarsi estemporanee. In realta’ il termine ha un che di pesante, (sara’ che suona un po’ come tetro ?) e di rigido, impassibile, derivante immagino dai quattro lati figurati (virtu?) che danno stabilita’ anche se forse buildings and bridges are made to bend in the wind to withstand the world, that’s what it takes. Assomiglia un po’all’equilibrio zen, imperturbabile e forse inpraticabile, o magari questa e’ solo una lettura superficiale.
Comunque una terna ideale fatta di tetragonicita’, zen e lo slogan del denim musk degli anni 80 e’ un treppiede non indifferente per la crescita. Per smussare questa rigidita’ e far si di bloccare o contenere al meglio le cose negative ma lasciar passare e assorbire quelle positive bisognerebbe usare un diodo. I miei ricordi infantili di quando invece di giocare al pallone usavo il saldatore mi fanno venire in mente che questo componente con due terminali faceva passare la corrente in una sola “direzione”, (dall’anodo al catodo se non erro) e si poteva ad esempio usare in varie combinazioni per raddrizzare la corrente alternata in corrente continua.
In alcuni casi questo processo puo’ anche generare energia : i LED che abbiamo un po’ dovunqe sono dei infatti dei Light Emitting Diode e la luce e’ energia.
Splittando con un po’ di fantasemantica il Dio-do si potrebbe pensare a Dio come Dio e non penso di dover proprio commentare e al do nel senso giapponese di cammino, sentiero (cf: bushi do : il cammino del guerriero, anzi bushidoooooo) .
Sintetizzando questa eterna ghirlanda brillante, immagino incomprensibile ai piu’, il cammino illuminato dalla Luce appiana e rettifica ogni turbolenza della circuiteria emozionale perche’ there’s just one road to freedom.
fall foliage in italia
Sarebbe bello avere una mappa dei posti migliori in italia dove poter osservare lo spettacolo dei colori delle foglie d’autunno, ovvero il fall foliage come direbbero gli americani, che dal loro lato sono piuttosto avanti, se ad esempio fossi nel Maine… per l’italia invece non riesco a trovare molto su internet, specialmente nel nord ovest. Un mio collega mi ha fatto vedere foto della Val Bondione di settimana scorsa non male. A memoria mi ricordo il tratto verso Trieste come interessante. Ogni suggerimento e’ benvenuto