Leggere i testi di file mp3 con winamp

Ho un grande debito verso le canzoni inglesi, visto che molto dell’inglese che conosco l’ho appreso dalle canzoni, poi se una canzone mi piace non sopporto di non sapere cosa dica. Ci sono svariati siti online che forniscono i testi (lyrics) per le canzoni, e’ un attimo trovarli (e magari trovarsi svariate finestre pop-up di pubblicita’ indesiderata).Con iTunes e’ possibile aggiungere i testi ai file mp3 locali o sull’iPod, peccato che col mio iPod di 4 generazione da 30 Gb non si vedano (ho sperato che un aggiornamento del firmware aggiungesse questa funzionalita’ ma penso che facciano apposta a non metterla, se vuoi ti prendi un Nano o un 5G+.
Comunque se non sono in giro, sul pc di casa o sul portatile preferisco il buon vecchio winamp a iTunes e in questi giorni mi sono messo alla ricerca di un plug-in che mi facesse vedere i testi di file mp3 dove li ho aggiunti a mano da iTunes e presenti sia su hard disk che su iPod. La cosa sembra banale, il problema e’ che i testi possono essere esterni oppure dentro ai file mp3 in vari modi,a me sembra di capire che iTunes scriva i testi nel tag UNSYNCEDLYRICS pero’ forse le specifiche ID3 o le varie versioni danno un po’ troppa liberta’, sara’ per quello che fino ad oggi non ho trovato un plugin totalmente soddisfacente.
Comunque ecco le mie considerazioni :

  • Lyrics Plugin 0.2 Mi piace per la semplicita’ : una finestra pop up compatta con il testo che ricerca via internet e nessuna opzione, lo svantaggio e’ che funziona solo se si e’ online, nel forum (molto spartano) ci sono gia’ richieste di potere “salvare i testi” e funzionare anche offline e spero che li salvi o li legga proprio nel tag giusto. A questo punto sarebbe perfetto
  • ml_ipod Ora Winamp jha gia’ un certo supporto per l’iPod ma questa versione sembra meglio, cio’ nonostante non ho capito come riesca a leggere il tag, e ammesso che ci riesca mi sembra lo faccia solo direttamente dall’iPod, non dai file su disco rigido.
  • MiniLyrics Ha parecchie opzioni (fin troppe) e riesce a leggere il tag unsynced lyrics pero’ se online punta da qualche parte con testi non sempre attendibili, oltretutto e’ shareware (19.95$) per cui se non registrato compare nella finestra un reminder
  • EvilLyrics Anche questo ha una valangata di opzioni, pero’ ricerca i testi online e li memorizza in un suo database esterno, ho trovto in giro anche un javascript che convertirebbe questo formato e lo piazzerebbe dentro i file ma mi sembra veramente una trafila lunga

Certo se di tempo ne avessi da buttare non trascurerei di capire come si faccia a scrivere un plugin di winamp che faccia solo lo stretto necessario, too bad che non sono piu’ ai tempi del liceo.

Seek to walk your talk

L’inizio anno e’ il solito periodo di buoni propositi che poi molto spesso vengono messi da parte, ciò nonostante meglio formularli che partire gia’ ignari; meglio ancora formularli in maniera consapevole. Per quanto possa essere più facile stabilirsi obiettivi quantificabili, andare più a fondo e trovare comportamenti o atteggiamenti su cui lavorare puo’ dare ancora piu’ soddisfazione. Ho trovato qualche spunto qui e se tra quei dieci consigli ne dovessi scegliere uno, sceglierei : cercare di mettere in pratica quello che si dice (o non dire niente del tutto ed essere solo se stessi)

sorprenderti di te

a volte trovo gli auguri e i propositi di inizio anno un po’ retorici, come se l’anno nuovo debba portare necessariamente di piu’ e meglio di qualsiasi cosa positiva; trovare un augurio originale non e’ cosa facile e mi ricordo oggi di uno che mi aveva colpito esattamente un anno fa . Pochi giorni fa ho trovato in una rivista alcune citazioni e una tra queste lo richiama e approfondisce :

 

Le persone viaggiano per stupirsi delle montagne, dei mari, dei fiumi, delle stelle;
e passano accanto a se stessi senza meravigliarsi.
S. Agostino 

e, gia’ che ci sono, attingo sempre dalla stessa fonte un link ad una poesia altrettanto ispiratrice per l’anno appena iniziato


Architettura e felicita’ : parte 2 , il mio punto di vista.

Sono entrato in libreria per cercare un paio di libri che da lungo tempo avevo in mente di leggere e mi imbatto proprioall’ingresso in Architettura e felicita’. Il titolo mi incuriosisce : l’architettura e’ qualcosa che mi ha sempre attratto, e il tema della felicita’, quando non ridotto ad una trattazione banale da manuale di selfhelp, mi sembra un terreno di doveroso approfondimento e abbinabile a diversi contesti (es: Economia e felicita’ di Luca De Biase).

Vedere una casa ben progettata, un oggetto di design innovativo che non sia solo di sterile virtuosismo mi ha sempreilluminato e dato soddisfazione. Capire il linguaggio e intuire che l’eventuale semplicita’ era frutto di una ricerca, di un dialogo di materiali e sensazioni e’ provare un po’ come lo stupore di fronte ad un bel gioco. Negli oggetti di architettura e’ presente l’ispirazione del creatore e la proiezione delle aspettative di chi lo fruisce. E’ una conversazione e un’interazione interessante.

E’ nel dialogo con la sofferenza che molte cose belle acquistano il loro valore. Conoscere il dolore si rivela inaspettatamente uno dei requisiti essenziali per apprezzare l’architettura. A prescindere da tutti gli altri fattori, forse dobbiamo proprio essere un po’ tristi affinche’ gli edifici ci commuovano davvero (pag 23)

Questo passaggio mi ha colpito e penso sia condivisibile, forse per conoscere la felicita’ autentica si deve passare dal suocontrario, per avere una prova tangibile di veridicita’; e’ un tema interessante da approfondire, in un altro momento.

Quando sperimento qualcosa che mi da’ soddisfazione nel riceverla, fruirla, mi viene la tentazione di dire e se fossi dall’altro lato ? ad esempio : ascoltare buona musica e’ una delle mie piu’ grandi soddisfazioni: mi piacerebbe saper suonare e poter crearla io stesso. ci ho provato e debbo dire che la mancanza di talento e molto di piu’ di impegno non ha prodotto grandi risultati e la stessa cosa, in grado anche maggiore con l’architettura. Quando si e’ trattato di scegliere tra economia aziendale e architettura avevo i miei bei dubbi, poi ho scelto economia sulla base piu’ o meno dello stesso ragionamento della musica. Aver inserito nella tesi di laurea un capitolo che confrontava l’architettura organica di Frank Lloyd Wright con i modelli organizzativi che sfruttavano telematica e information technology e’ stata una soddisfazione solo parziale.

Eppure il dubbio se la mia scelta sia stata giusta ogni tanto riaffiora, specialmente da quando nell’ultimo anno sto seguendo l’arredamento della nuova casa, e leggo o sfoglio riviste o pubblicazioni (ad esempio l’enciclopedia della casa di Repubblica) .
Specialmente poi rileggendo a pag 55 del libro di Alain De Botton… :

Le professioni impegnano una gamma distretta delle nostre capacita’, riducendo la possibilita’ di costruirci una personalita’a tutto tondo, e ci fanno sospettare (spesso la domenica sera, quando si fa buio) che gran parte di cio’ che siamo o potremmo essere e’ rimasto inesplorato.

Architettura e felicita’ : parte 1 , una recensione.

Alain De Botton e’ un giovane (classe 1969) scrittore che secondo me ha il pregio di coniugare una conoscenza approfondita con un una leggerezza nello scrivere che rende la lettura avvincente. Di lui avevo letto anni fa “Cos’e’ una ragazza” e un paio di mesi fa il suo ultimo libro : Architettura e felicita’.
Il libro e’ un saggio sul rapporto tra architettura e design la loro fruizione, in varie epoche e contesti, per approfondire il significato di un linguaggio che parla a chi abita in una casa o a chi si trova per un quartiere. Nell’assenza di un criterio di bellezza universalmente valido, la ricerca del significato e del conforto dell’ambiente creato dall’architettura in cui si vive e’ un percorso avvincente. Cito dalla seconda di copertina che riassumere abbastanza bene il concetto :

“Attraverso una ricca casistica e insieme facendo ricorso alla verve del narratore, De Botton indaga, nella molteplicita’ delle sue sfaccettature, l’influenza del design sull’essere umano, design che suscita sensazioni e riflessioni, modifica l’umore, fornisce stimoli al miglioramento. Imparando a ritrovare in edifici e oggetti doti e qualità presenti anche nell’uomo avremo dunque l’occasionie di conoscere meglio noi stessi. E’questa dopotutto, la fonte della vera felicità.”

Il libro mi sembra ben riuscito e di lettura interessante non solo per “gli addetti ai lavori” ma per chiunque abbia un occhio attento e curioso a cio’ che lo circonda, apartire dalla sua casa. Una piccola nota : il titolo originale è : “The architecture of Happiness“, a me sembra qualcosa si sia perso nella traduzione in italiano, anche se forse allo scopo di renderlo più comprensibile ai molti.

Diodo tetragono

Le parole complicate o inusuali hanno sempre esercitato un certo fascino su di me, sara’ che mi piacciono le cose complicate. Certo bisogna capirle e io ho sempre interpretato, magari impropriamente, tetragono come sinonimo di equanime, cioe’ che non si abbatte di fronte a situazioni difficili, conscio che si possono superare, ma che nemmeno si esalta facilmente per gioie che possono rivelarsi estemporanee. In realta’ il termine ha un che di pesante, (sara’ che suona un po’ come tetro ?) e di rigido, impassibile, derivante immagino dai quattro lati figurati (virtu?) che danno stabilita’ anche se forse buildings and bridges are made to bend in the wind to withstand the world, that’s what it takes. Assomiglia un po’all’equilibrio zen, imperturbabile e forse inpraticabile, o magari questa e’ solo una lettura superficiale.
Comunque una terna ideale fatta di tetragonicita’, zen e lo slogan del denim musk degli anni 80 e’ un treppiede non indifferente per la crescita. Per smussare questa rigidita’ e far si di bloccare o contenere al meglio le cose negative ma lasciar passare e assorbire quelle positive bisognerebbe usare un diodo. I miei ricordi infantili di quando invece di giocare al pallone usavo il saldatore mi fanno venire in mente che questo componente con due terminali faceva passare la corrente in una sola “direzione”, (dall’anodo al catodo se non erro) e si poteva ad esempio usare in varie combinazioni per raddrizzare la corrente alternata in corrente continua.
In alcuni casi questo processo puo’ anche generare energia : i LED che abbiamo un po’ dovunqe sono dei infatti dei Light Emitting Diode e la luce e’ energia.
Splittando con un po’ di fantasemantica il Dio-do si potrebbe pensare a Dio come Dio e non penso di dover proprio commentare e al do nel senso giapponese di cammino, sentiero (cf: bushi do : il cammino del guerriero, anzi bushidoooooo) .
Sintetizzando questa eterna ghirlanda brillante, immagino incomprensibile ai piu’, il cammino illuminato dalla Luce appiana e rettifica ogni turbolenza della circuiteria emozionale perche’ there’s just one road to freedom.

feels like at(hens) home

Deve essere la quinta volta che sono ad Atene per lavoro; ripercorrere alcune strade, ritrovare clienti e colleghi con cui per la maggior parte delle volte si e’ in contatto via telefono o e-mail, accresce un certo senso di familiarità. Tornare nello stesso hotel dove ci eravamo trovati bene un anno fa e sentirsi riconoscere esalutare per nome fa piacere, per non tralasciare il fatto che bloggare o navigare for free con l’ADSL in camera e’ qualcosa che non ho attualmente nemmeno a casa. E sempre in tema di internet, che dire di una demo ad un cliente fatta oggi sfruttando una connessione wi-fi open di qualcuno che stava giusto nelle vicinanze ?. Per ora comunque solo lavoro e domani potrei battere il record di visite a clienti in una singola giornata; spero almeno sabato mattina di bilanciare con un po’ di relax e visita al museo bizantino come mi ero promesso l’ultima volta. E’ con un po’ di nostalgia preventiva che penso che verosimilmente, almeno per lavoro, sia questo l’ultimo mio viaggio ad Atene.

fall foliage in italia

Sarebbe bello avere una mappa dei posti migliori in italia dove poter osservare lo spettacolo dei colori delle foglie d’autunno, ovvero il fall foliage come direbbero gli americani, che dal loro lato sono piuttosto avanti, se ad esempio fossi nel Maine… per l’italia invece non riesco a trovare molto su internet, specialmente nel nord ovest. Un mio collega mi ha fatto vedere foto della Val Bondione di settimana scorsa non male. A memoria mi ricordo il tratto verso Trieste come interessante. Ogni suggerimento e’ benvenuto

le vent nous portera’

un bel calo della temperatura… ma per lo meno il cielo ancora terso e il ricordo, che come per tante cose si ravviva non appena ci si accorge della mancanza, di un autunno tra i piu’ caldi. Le giornate in giro in camicia a fine ottobre, le domeniche in giro in campagna mentre si raccoglie il riso e il sole si fonde con il dorato dei campi e l’aria e’ piacevolmente calda e un senso di gentilezza ti avvolge

i believe in a better way

e pensare che potevamo anche perderci il concerto di Ben Harper al Datch Forum di Assago ieri sera… Infatti, l’avviso via sms della chiusura dell’autstrada Milano Torino non e’ stato proprio in real time e quindi uscita forzata dall’autostrada a Novara Est e poi strada statale a passo d’uomo. Siamo arrivati al forum alle 21.20 e da fuori sembrava ci fosse un terremoto all’interno, un misto di Hendrix e metallo assortito, ho detto, mah non sara’ mica lui, invece si, quindi ci siamo persi qualcosa dell’inizio ma comunque il concerto ha meritato ampiamente, sia nei pezzi piu’ movimentati (tipo please don’t talk about murder when i’m eating) che in quelli piu’ lenti e intensi come where could i go cantata , o meglio nel finale gridata intensamente senza microfono nel silenzio del forum : commovente. Sara’ un classico poi ma get up stand up con sullo sfondo il tricolore ha il suo effetto e mi ricorda che l’ultimo concerto prima di questo a qui ero stato erano i Wailers ad Atene. E’ stata la terza volta che ho visto Ben dal vivo e per quanto ritenga che alcuni dischi siano ormai pietre miliari ma sono di dieci anni fa, anche le cose piu’ recenti hanno il loro interesse: morning yearning ad esempio, anche dal vivo rende un’atmosfera struggente e dilatata e una inedita che dalle parole che ho colto direi essere lifeline con quella sensazione di impermanenza del tempo nel proprio cammino su cui potrei scrivere pagine, ma non ora.