Creta da mangiare

Tralascio i classici piatti greci (souvlaki, gyros, moussaka, tsatsiki etc) che qui ritrovete negli innumerevoli ristoranti turistici, con tanto di foto vicino al menu. Cercando di capire se Creta avesse qualcosa di peculiare segnalerei :
il formaggio cretese, giallo, dalla personalita’ non particolarmente spiccata, anche se immagino esistano diverse varianti, che ritroverete anche nelle cheese pie. Fatte con la stessa pastella soffice ci sono anche le spinach pie, nelle varie forme (a girella, rotonde, a treccia), in alcuni casi insaporite con una buona dose di aglio. Abbiamo provato anche dei peperoni ripieni di formaggio fresco, tipo caprino, aromatizzati da vaire erbette. A Chania si trovavano inoltre dei dolci particolari, piccoli e quadrati con i sapori della pasta di mandorle e dell’uovo. Una buona alternativa alla birra per accompagnare piatti di pesce e’ la retzina, un vino bianco locale leggero, come dire scorre via e non e’ particolarmente impegnativo, la produzione vinicola comunque offre anche vini piu’ pregiati. Infine il raki, la grappa tipica con cui spesso vi portano il conto.

Volendo raccomandare qualche posto specifico dove siamo stati :
A Rethymno, tra le tante taverne sul porto con relativi camerieri che vi invitano caldamente nel loro ristorante (una cosa che generalmente non mi piace) abbiamo scelto Movragio Maria, ottimo pesce fresco (we treat fish with respect), l’aragosta in effetti meritava e l’ouzo come aperitivo ed il raki dopo ci hanno ben disposto.

A Gouves, non Kato G., ma proprio nel paese vecchio vicino alla chiesa, al riparo dalle orde di turisti, la coppia che abbiamo incontrato a Samaria ci ha consigliato la taverna Bacchus. Gli siamo grati : piatti tradizionali ma la differenza la faceva la freschezza e la genuinita’ oltre a piccoli dettagli, ad esempio da spalmare sul pane oltre a due varieta’ di burro, una delicata pasta fresca di olive, porzioni abbondanti (anche nel raki) ed un simpatico titolare baffuto.
Quando trovi un posto che soddisfa ci torneresti volentieri : e’ stato un piacere nel nostro ultimo giorno sull’isola reincontrare la’ la giovane coppia di Mantova.

A Hiraklio, in parte seguendo una raccomandazione letta qui (anche se non siamo certi se il posto fosse lo stesso) abbiamo trovato un piccolo ristorante : φοσ φαναρι con i tavolini sotto l’uva in una piazzetta parallela alla via 25 avgoustou (sulla sinistra scendendo verso la fortezza). Se vi domandate, ma dove vorranno andare a mangiare i cretesi ? verosimilmente non in una taverna turistica, ma qui dove, ad un prezzo comunque contenuto, trovate dei piatti con tocco di originalita’ come la pannakota (un formaggio tra la ricotta e il caprino che racchiude pomodori secchi aromatizzato dall’aceto balscamico e dalle spezie) oppure i gamberoni al forno con le mandorle e l’arancia o ancora delle polpettine di carne con sapori mediterranei sul pane arabo o costolette d’agnello con una salsa delicata. Ci siamo stati due volte e ben soddisfatti.

Creta : gole di Samaria

Un capitolo a parte meritano le Samaria Gorges, si tratta di una camminata all’interno del parco naturale omonimo che da quota 1200 mt vi porta al livello del mare in 16 Km. (esiste anche un percorso piu’ corto per chi non se la sente). Avevamo pianificato questa escursione per gli ultimi giorni della vacanza in modo da non risentire troppo del prevedibile affaticamento.

Abbiamo prenotato l’escursione qui , infatti, non essendo un percorso circolare, la cosa migliore è arrivare al punto di partenza in pullman, effettuare la discesa fino al mare dove prendere un traghetto e ritrovare il pullman che riporta a casa.

Cosi’ alle 5.40 di mattina al punto di ritrovo abbiamo conosciuto un’altra coppia giovane delle parti di Mantova e un signore di Trieste con cui abbiamo fatto gruppo e condiviso piacevolmente le fatiche della camminata.

Infatti, nonostante siamo abituati a camminare ed avessimo gia’ coperto una distanza simile quest’anno, ho trovato il percorso piu’ impegnativo e faticoso del previsto. La cosa che non immaginavo e’ che nelle prime tappe il sentiero scende parecchio (-500 mt nei primi 4 km) e soprattutto il fondo e’ di sassi, ciotoli e se si tratta di rocce piu’ grandi sono abbastanza scivolose.

In giro troverete chi dice di aver fatto il percorso in 4 ore o meno (in realta’ le samaria gorge propriamente dette terminano 3 km prima di giungere al mare), noi abbiamo impiegato quasi 6 ore per arrivare al paese di Agia Roumeli, il consiglio e’ : trovate il vostro ritmo, non e’ una maratona, e’ importante tenere d’occhio gli orari giusto perche’ il traghetto non aspetta, ma se dovete mettervi di corsa con lo sguardo a terra per i sassi vi perdete il bello dell’escursione.

Infatti ci sono all’inizio scenari quasi alpini, il profumo del bosco, gli incontri con le caprette kri kri e piu’ avanti quando il sentiero si stringe tra le gole, e’ bello osservare le rocce, le lezioni di geologia che avete davanti agli occhi con gli strati dell’evoluzione di migliaia di anni, i piccoli alberi abbarbicati sulla roccia (se vi interessano i bonsai vi possono dare ispirazione con le loro forme armoniche nel paesaggio) . Se volete avere un’idea alcune mie foto sono qui.

Un paio di altri consigli : se fa caldo berrete sicuramente parecchio, almeno due litri a testa, non pensate di portarveli tutti dalla partenza : potete fare rifornimento nelle varie fontane lungo il percorso, portatevi invece cibo energetico e trasportabile (si alle barrette, no alla caponata con cozza fritta) perchè, come ripetuto più volte dalla guida, una volta entrati non esistono posti che vendono cibo, fino alla fine dei 16 km. Infine la cosa forse piu’ importante, usate delle scarpe adatte, da ginnastica o meglio da trekking, bene allacciate (e’ tutto in discesa), delle scarpe che possibilmente avete gia’ testato in escursioni. Nonostante io avessi delle discrete scarpe da ginnastica, ma forse piu’ “urbane” ho cominciato a sentire vari messaggi d’aiuto dai miei piedi a meta’ percorso che mi hanno rallentato e il giorno dopo mi sono trovato un paio di vesciche non indifferenti. Nonostante cio’ e la sensazione di polpaccetto d’acciaio che ci ha accompagnato per qualche giorno, raccomandiamo caldamente l’escursione.

Creta : da vedere

Anche qui l’elenco dei must see sarebbe veramente lungo , se vi interessa la storia, le citta’, l’incontro tra occidente e oriente, troverete pane per i vostri denti.
Tra i siti archeologici non si puo’ dimenticare il palazzo di Knosso : anche se una buona parte di quello che vedrete e’ una ricostruzione fatta dall’apprendista archeologo Evans, merita per avere un’idea della struttura dell’architettura minoica. Piu’ tranquillo e giusto per avere un’idea delle fondamenta di un altro palazzo antico e’ il sito di Malia e se proprio vi basta un flash, sulla strada per Agios Nikolaos vedrete su una collinetta le tracce della vecchia citta’ di Gournies (se non erro).

Le citta’ recano tracce del passato in particolare il periodo di dominazione veneziana e’ rintracciabile a Retimno nella Loggia, e nella fontana Arimondi, se siete li’ vagabondate nelle viuzze giusto dietro al porto o visitate la fortezza (verosimilmente colpisce piu’ l’esterno e la sua posizione che non quanto sia conservato all’interno). Una cosa che mi piace portare a casa dai viaggi sono strumenti musicali etnici, in questo viaggio non l’ho fatto ma se vi interessano le lire (violini corti a tre corde) o la famiglia del liuti (bouzuki, baglamas) sempre a Retimno nelle viuzze non troppo lontano dal municipio trovate una liuteria con dei pezzi pregevoli (non sono giocattoli quindi hanno il loro costo).

Chania e’ la citta’ che maggiormente mostra i segni dalla vicinanza con l’oriente, oltre alla moschea dei Giannizzeri il reticolato della citta’ vecchia e’ spettacolare, vi trovate anche negozi con all’interno volte e archi moreschi o deliziosi ristoranti nei cortili all’ombra degli alberi.

Iraklio, il capoluogo, con piu’ di 120.000 abitanti ci ha riservato visioni diverse : da una domenica pomeriggio, pressoche’ deserta, ad un giorno feriale dove invece pullula di attivita’ e la sera nella zona alla fine di via 25 agosto, diversi bar piuttosto trendy con pochissimi turisti e molti giovani del posto. Anche qui svariati monumenti da non perdere (fontana morozine, le mura antiche, l’arsenale veneziano) e l’immancabile fortezza sul porto.

Agios Nikolaos puo’ vantare la struttura morfologica di San Francisco abbinata alla difficolta’ di trovar parcheggio di Nizza, una volta che sarete riusciti a piazzare la macchina da qualche parte, potrete godervi una citta’ elegante, con un porto interno attorno al quale ci sono vari localini, particolari anche le scale che portano ad alcune case sul lungomare.

Malia e Hersonissos andrebbero citate per la “main street” e il lungomare dove uno dietro all’altro troverete english bar, pub irlandesi, locali tipici olandesi, discoteche, con ovviamente abbondanza di turisti inglesi, interessante giusto come campionario di umanita’ a volte particolare.

Quanto mai distante da questo mondo ci sono i monasteri (ortodossi), ne trovate diversi sull’isola, ci siamo soffermati nelle loro chiese con le icone con gli sfondi dorati con l’impressione di immagini antiche, eterne eppure con una brillantezza cromatica che fa arrivare chiaro nitido e preciso il senso del sacro.
Noi siamo stati a Moni Preveli, che non so perche’ mi evoca immagini centro americane, quasi messicane, con le sue mura bianco panna, interessante anche la storia durante la seconda guerra mondiale dove ha offerto ospitalita’ ad alleati in fuga dai nazisti. Moni Agia Triada con la sua facciata in ocra ha l’iconostasi (il pannello che separa la navata dal coro) piu’ sorprendente. Agios Georgios Selinari tra Gouves e Agios Nikolaos, incastonato nella parete rocciosa verticale.
Se siete fortunati a visitarli senza imbattervi in pullman di turisti (come e’ capitato a noi) vi troverete in un atmosfera di silenzio e raccoglimento che non guasta anche in vacanza.

Creta: Spiagge

A Creta ci sono diverse spiagge che ripagano della strada necessaria per raggiungerle, alcune con piccole calette, altre attrezzate di tutto punto, ma comunque con una vivibilita’ (distanza tra ombrelloni) decisamente buona.

Istro, sul golfo di Mirabello, a sud di Agios Nikolaos ha diverse spiagge, quella di Voulisma e’ particolarmente piacevole, acqua trasparente e fondali bassi, oltretutto la posizione riparata del golfo la rende piu’ sicura dai venti o dalle onde forti presenti in altre spiagge, ci sono due spiagge piu’ lunghe e attrezzate e una piccola caletta (ma con lettini e doccia), deliziosa.

Tropical beach a Malia, subito dopo il sito archeologico del palazzo di Malia, questa era la spiaggia piu’ bella vicina a dove stavamo, utile per riprendersi dai giorni con lunghe tappe. Sabbia fine, bagnino all’erta, bar vicino. A volte comunque il vento e le onde si fanno sentire, quindi bandiera rossa e niente bagno, in effetti le correnti possono tirarvi verso alcuni scogli vicini

Vai, proprio all’estremita’ est dell’isola, colpisce per il suo palmeto giusto a ridosso della spiaggia, in effetti tende ad affollarsi per cui meglio arrivare presto, o se preferite la privacy e rinunciare alle palmette, potete spostarvi nella spiaggia vicina, raggiungibile a nuoto o dopo un po’ di trekking.

Preveli, a sud ovest. Spettacolare la confluenza di un fiume, le cui rive sono contornate da palme, con il mare, nuotando sentite le diverse correnti fredda e dolce del fiume e calda e salata del mare, merita anche il percorsino in fuoristrada e il sentiero fatto di numerosi gradini intagliati nella roccia per arrivarvi.

Isola di Hrissi, per arrivare su quest’isola a sud dovete prendere un traghetto da Ierapetra (1 ora circa e 20 Eur) Arriverete su una piccola isoletta che potreste scambiare per una qualche localita’ esotica : sabbia bianchissima, dune assortite, cespugli di ginepro e cedri. Sulla stessa isola poi ci sono due lati molto diversi : la spiaggia con mare placidissimo giusto sul lato dove approda il traghetto (piuttosto affollata) e, attraversando le dune, la golden beach sull’altro lato, molto piu’ esotica e appartata, anche se quando ci siamo stati era battuta dal vento molto forte, per cui bagno quasi improponibile.

Ci sono moltissime altre spiagge, alcune ci spiace non averle potute visitare (es. Matala, Elafounissi e Balos , queste ultime troppo distanti. Altre hanno spunti interessanti (ad esempio la lunghissima spiaggia sabbiosa prima di Retimno con i nidi delle tartarughe) e altre evitabili (ad esempio gli scogli battuti dal vento a Stavros, sulla penisola di Akrotiri).

Ero stato messo in guardia anche dalla notevole percentuale di turisti inglesi presenti tra Malia ed Hersonissos e gia’ mi aspettavo spiagge infestate di hooligans che tracannavano litri e litri di birra, ora se anche qualche lattina di birra puo’ comparire da quelle parti, la gran parte degli inglesi in spiaggia erano nella variante mozzarella ustionata fondamentalmente innocua.


Creta : logistica

Abbiamo prenotato giusto una settimana prima della partenza (14 agosto) in un’agenzia Bluvacanze, il pacchetto volo + apart-hotel era di Route 66: un tour operator di Milano francamente sconosciuto, in effetti al di la’ dei nomi noti (es. Teorema, Ventaglio etc) ci sono molti TO piccoli ma validi. In effetti, in quanto a trasferimenti, presenza di un’assistente italiana in loco, conferme volo tutto ha funzionato per bene.

Gli appartamenti Kaissa Beach sono a Gouves, o meglio a Kato Gouves (kato dovrebbe voler dire “inferiore” nel senso che Gouves “vecchia” e’ 3 km all’interno e un po’ piu’ in alto e Kato Gouves sul mare) e hanno davanti una microspiaggia ciottolosa di nessun particolare valore; comunque una spiaggia sabbiosa e’ a 200 metri anche se non e’ certo la migliore che abbiamo visto. Come struttura e’ recente, con una piccola piscina, l’appartamento e’ carino e pulito, il bagno un po’ meno.

Fanno anche prima colazione o mezza pensione, il consiglio : evitate.

La prima colazione era alquanto spartana, invece potete trovare in giro delle bakery o dei bar che fanno english breakfast se non potete vivere senza bacon e scrambled eggs. Noi non abbiamo optato per la mezza pensione, ma abbiamo sentito altri che non erano particolarmente soddisfatti.

Creta e’ piuttosto grande, se guardate su una cartina e’ lunga (260 km) e relativamente stretta, oltretutto le strade di collegamento, al di la’ dei tratti della new national road particolarmente scorrevoli possono essere tortuosi, quindi il consiglio principale per scegliere dove alloggiare dipende da quanto volete girare e quanto tempo avete a disposizione.

Kato Gouves e’ 15 km ad est di Iraklio, una posizione quindi abbastanza centrale che si prestava come base di partenza.

Abbiamo infatti noleggiato subito una Citroen C3 pressoche’ nuova da Motorstar (290 Eur per 2 settimane, assai meno di quanto proposto dal TO) e abbiamo fatto circa 1700 Km alternando giorni dove macinavamo km

(ad esempio per andare da Gouves a Chania, giretto nella penisola di Akrotiri e ritorno ci vogliono 360 km) a giorni relax in spiagge relativamente vicine .

Mi sentirei di dire che il modo migliore per visitare in due settimane il piu’ possibile l’isola sia di non essere basati in un unico luogo : guardando anche gli altri racconti scegliete le cose che vi interessa piu’ vedere e localizzatele sulla cartina, quindi cercate alloggi vicini. Questa pianificazione prima di partire puo’ richiedere non poco tempo, potete farla anche in loco cercando room to rent o alberghi, di strutture ce ne sono tante dipende dal vostro grado di adattabilita’.


Appunti da Creta

Da 3 anni a questa parte il nostro ideale di vacanza e’ fatto di sole, mare ma anche cose da vedere, esplorare, piccole scoperte senza paura di fare troppa strada, a piedi, in motorino o in macchina. Quest’anno, avendo due settimane a disposizione la scelta di un luogo dove approdare e’ stata un po’ piu’ difficile, certo si sarebbe potuto combinare viaggio + un isola piccola o un cocktail di due isolette, ma alla fine la scelta e’ andata ad un’isola abbastanza grande da soddisfare la voglia di relax ed esplorazione : Creta.

Il bilancio della vacanza in sintesi e’ decisamente positivo : mare trasparente, belle spiagge, storia e archeologia, posti che per nulla diresti essere su un isola nel mediterraneo. Di seguito alcuni appunti utili per chi decidesse di visitare Creta, non aspettatevi un raccontone dettagliatissimo : in rete ce ne sono gia’ di veramente ben fatti come quello di Maurizio1 e Maurizio2 che sono stati materiale prezioso anche per noi.

Lavoro e tempo libero : parte III

Tra il lavoro opprimente e il tempo libero eventualmente valorizzato sapientemente come ozio creativo, sono convinto esista una ulteriore possibilita’ : sfruttare gli interessi personali, le curiosita’, l’ esperienza che fanno parte del proprio bagaglio personale e cercare una possibile area di intersezione anche nell’ambito lavorativo.

Certo, dipende dall’autonomia che uno ha nel proprio lavoro e da quanto ha sviluppato interessi che possano essere traslati efficacemente (ad esempio se uno avesse la passione per l’acquarello tibetano e si occupasse di contabilita’ forse e’ un po’ dura) ma in altri casi sfruttando alcuni comuni denominatori, come la tecnologia o paradigmi come la finanza forse esiste uno spazio per rendere il lavoro piu’ interessante e l’esperienza piu’ ricca.

Ma ora basta parlare di lavoro.

Lavoro e tempo libero: parte II


Aristotele, a conclusione della sua Etica nicomachea , suggerisce una

classificazione delle attivita’ umane in quattro categorie : il lavoro faticoso

(pomos), gli affari (ascholia), il gioco (paidia), il diletto coltivato

(schole). Secondo il grande filosofo, tutti gli uomini sono capaci di ammazzarsi

di fatica, di sfaccendare e divertirsi. Ma il diletto coltivato che costituisce

una forma sublime di gioco e riservato ai soli esseri umani veramente liberi :

nel corpo e nell’anima.

da un articolo di Domenico De Masi su 24magazine del 7/8/2004

L’autore ha scritto un libro intitolato : ” L’ozio creativo” e nello stesso articolo precisa che:

“per ozio creativo non intendo la pigrizia, il dolce far niente, l’ignavia,

l’inerzia, l’ammazzare il tempo. Intendo la valorizzazione del tempo grazie alla

capacita’, frequente negli scenziati e negli artisti di sommare in modo

inestricabile il lavoro, lo studio e il gioco. Quando la nostra attivita’ si

trasforma in ozio creativo non sappiamo dire neppure noi che cosa stiamo facendo

: se stiamo producendo ricchezza, sapere o allegria; se stiamo lavorando o ci

stiamo divertendo. E’ questo il genere di vitalita’ che si riscontra molto

spesso nelle persone geniali : un’estrema fertilita’ del pensiero accompagnata

da un’apparente pigrizia”


Lavoro e tempo libero : parte I

Tra le altre canzoni presenti nel sampler RBR 2004 di cui parlavo ne ritrovo una di Utah Phillips che avevo citato tanto tempo fa su queste pagine e che mi offre il pretesto per parlare di lavoro e tempo libero. Quel passaggio, tradotto suonerebbe come :

“ho imparato da giovane che l’unica vera vita che avevo, era quella della mia mente, ma se e’ vero che l’unica vera vita di cui dispongo e’ quella della mia mente, che senso ha dare la mia mente a qualcuno per otto ore al giorno per un

uso specifico aspettandosi che alla fine del giorno venga restituita integra

?”

Ovviamente si tratta di una posizione estrema nelle parole di un vagabondo (per chi interessa, la trascrizione di “bum on the rod” sta qui ) comunque in molti, troppi, casi il lavoro non rappresenta la realizzazione delle proprie capacita’ o comunque un ambiente soddisfacente. Quando poi il lavoro e’ precario o se vogliamo usare un eufemismo : flessibile, o ancora di piu’: non si trova, la frustrazione aumenta, certo, con essa anche il tempo libero.


finiti i diari di Keith Haring, una lettura decisamente inspiring, anche per chi non e’ un artista o nemmeno un esperto in materia.

Alcuni passaggi estratti : citando un’intervista a George Condo, un pittore apprezzato da KH, ad una domanda su vita e arte, quale delle due sia piu’ importante, George risponde che e’ piu’ importante l’arte perche’ e’ immortale. A quel tempo (1987) Keith non sapeva o non era certo ancora di avere l’AIDS e quindi non sapendo se avesse i giorni contati conclude che cio’ che conta e’ fare il piu’ possibile, il piu’ velocemente possibile, […]

“sono sicuro che cio’ che restera’ in vita dopo la mia morte sara’

sufficientemente importante per sacrificare il mio lusso e il mio tempo libero.”

Un altro punto che mi ha colpito e’ il rispetto e la considerazione per i bambini, non a caso il bimbo che gattona (come quello sulla copertina dei diari) e’ assurto a suo logo :

“Non c’e’ nulla che mi renda piu’ felice che far sorridere un bambino. La ragione

per la quale il “bebe’” e’ diventato il mio logo o la mia firma e’ che si tratta dell’esperienza piu’ pura e positiva dell’esistenza umana”

Infine lo stupore davanti al giardino delle delizie di Bosch al Prado, un senso di “iperrealta’, il cui effetto, considerato che si tratta un dipinto del 1500, e’ alquanto strabiliante ancora oggi.

Stupore che condivido, probabilmente e’ l’opera che mi era rimasta piu’ impressa la prima volta che ho visitato il Prado nel 1985 e ancora all’inizio del 2004 ho voluto rimirarla per bene.