lapizia e’ tornata, bene bene, mi era mancata.
A proposito di Ben Harper, in rete ho trovato una recente intervista dove anche lui si arrabbia e non poco :
what EMI has done in Europe is print my CD with an embossed label on the cover. Now, a CD cover is only five inches by five inches, right? Well, they’ve embossed an inch-and-a-half insignia saying, “THIS CD IS COPY-PROTECTED.” Without me knowing and without checking with me!
As much energy and time as I put into my music … [long pause] My music is what I give of myself to culture. And it’s my cultural statement. And they have gone and embossed this huge, ugly insignia on the cover of my record. Without checking with me first! That’s not my technological statement. That’s not my social or cultural statement. That’s not my musical statement. Yet they have used my voice as a vehicle to make their copy-protection statement. And it’s bullshit. And the heads of my record label aren’t even calling to discuss the matter with me!
che la sicurezza dei sistemi windows non sia eccezionale e’ un fatto assodato, ma la frequenza con cui ultimamente si devono installare patch per rimanere tranquilli e’ veramente fenomenale, ho piu’ patch sui miei pc che uno spaventapasseri in un campo dell’oklahoma
tra i prossimi appuntamenti gia’ sicuri segno :
Ani DiFranco : 18 Settembre , Teatro Smeraldo, Milano
Ben Harper 25 Ottobre, Forum Assago, Milano
Ci sarebbero poi una serie di cose non ancora definite, come l’EICMA (a.k.a. salone della moto) o svariati momenti enogastrobucolici
in quest’ottica immagino che dimenticare di impostare la sveglia per le solite 6.25 AM sia l’ideale prosecuzione, le mattine fresche e il tepore della copertina aiutano.
l’anno scorso solo durante le vacanze, quest’anno gia’ da qualche mese ho preso l’abitudine di non portare con me l’orologio. tutto sommato ne abbiamo diversi quasi sempre attorno a noi, da quello del cellulare a quello della macchina, passando per quello del pc. Cosi’ forse ci si sente un po’ meno schiavi del tempo.
writer’s block, che dire altro, e si’ che le fonti di ispirazione non mancano, le idee su lanzarote erano pensate gia’ al ritorno, ma tradurle in post si e’ reso piu’ difficile del previsto.
Altre particolarita’e info utili : arrivate in un ristorante e vi chiederanno di che paese siete, alla risposta: italia
saranno un po’ perplessi, non avendo generalmente menu’ in italiano, infatti l’isola vede una scarsissima presenza di turistiitaliani, abbondano invece inglesi,tedeschi e nordici. La cosa non mi dispiace.
Una macchina e’ il mezzo migliore se volete esplorare l’isola, in alcuni casi la potete prenotare da qui, se andate sul posto e siete in un periodo di picco (noi siamo stati la settimana di ferragosto) cercatela subito, potreste sentirvi rispondere che non hanno macchine disponibili e dovete aspettare un giorno o due. A noi e’ successo ma poi siamo riusciti a prendere una piccola jeep rocsta scoperta, divertente, anche se c’e’ da mettere in conto il vento che entra dovunque.
Due dubbi avevo prima di partire : uno che il vento fosse tanto, troppo, costante, insomma intollerabile. il secondo che l’isola avesse un qualcosa di desolato e come dire, abbandonato.
I dubbi sono stati smentiti entrambi, certo il vento c’e’ ma non e’ onnipresente (e se non ci fosse si cuocerebbe dal caldo), per il resto ci sono posti pieni di vita e di gente (se cercate movimento e baraonda potete trovarne sicuramente di piu’ altrove, che ne so ibiza o mykonos) e altri dove potete sentire solo il rumore del vento, ma nel complesso l’idea e’ di un isola affascinante.
qui alcune note su cosa potete trovare di buono per i vostri palati, ancora un po’ di pazienza.
Appunti su lanzarote parte III :
Una valle nera, con colline tempestate di piccole buche che a me ricordano un gioco da bar di quando ero piccolo, riparate da muretti semicircolari, e al centro minuscoli tralci di vite, e’ la valle della Geria, must see.
Una microlaguna verde, ma verde intenso carico, con uno sfondo frastagliato che passa dai colori caldi dell’arenaria plasmata dal vento a spuntoni rossastri e contornata da sabbia nera fine, questo e’ invece El Golfo, vorreste perdervelo ?
Scendere nelle viscere della terra e camminare per due km in una grotta di lava in cui si puo’ vedere l’impronta che eruzioni e terremoti hanno lasciato, per arrivare ad un punto che vi lascera’ una certa impressione : cueva de los verdes
Ci sono altri motivi interessanti per visitare l’interno oltre agli scenari naturali e sono le opere di Cesar Manrique, questo artista ha saputo valorizzare l’isola dettando alcuni principi ancora in gran parte rispettati, come il fatto che le nuove costruzioni non superino i due piani (5 nelle zone turistiche) e che la tavolozza dei colori sia definita tra il bianco, il verde e il blu. Ma soprattutto ha lasciato alcune testimonianze visibili come le sculture mobili nelle rotatorie, e altre creazioni architettoniche che all’apparenza nascosta contrappongono una ricchezza in termini di percorsi e plasticita’ tutta da scoprire.
Non si puo’ perdere quindi la visita alla sua casa, ora sede della fundacion Manrique, con i salotti ricavate in cavita’ della roccia lavica e con palmette che si fanno strada ed escono dal tetto. Oppure il ristorante el diablo al centro del parque nacional timanfaya con la sua pianta rotonda e vista a 360 gradi su scenario lunare.
C’e’ questa dominante della forma rotonda per i grandi spazi assortita con varie sinuosita’ anche nel ristorante attiguo al monumento del campesino. Il bello e’ proprio questo, non vedere quasi nulla da fuori e rimanere stupiti dalla sorpresa di trovarsi in un ambiente decisamente moderno e al tempo stesso inserito in qualcosa senza tempo plasmato dalla forza della terra.
Spettacolare anche jameos del agua. i jameos sono dei tunnel sotterranei in cui parte della volta e’ crollata; qui manrique inserisce, un ristorante, un centro di aggregazione con auditorium, una piscina che vi teletrasportera’ in qualche atollo del pacifico, il tutto attorno ad un piccolo laghetto sotterraneo dove vive una particolare specie di gamberetto albino.
Si potrebbe parlare anche del ristorante el castillo de arrecife o del jardin de cactus o ancora delmuseo agricola el patio, ma lo spazio del weblog non si presta, attendete fiduciosi che prepari la sezione viaggi di questo sito.