ancora in tema di musica, sentivo nei giorni scorsi per radio questa canzoncina, di cui captavo solo una parte che diceva “it’s not easy to be me” , piccola ricerca con google et voila’ : mi sto guardando il video di Superman di questo gruppo sconosciuto: Five for Fighting, interessante
virtue is relative at best
there’s nothing worse than a sunset
when you’re driving due westani d. – virtue
ecco stavo pensando a questo stamane guidando in macchina col sole negli occhi (anche se per essere precisi qui avrei dovuto dire there’s nothing worse than a sunrise when you’re driving due east), ma almeno c’era il sole, e voglia di guidare, invece che stare sballonozolati su un treno, giusto per poter mettere living in clip a tuono, sentire la batteria di andy stochansky martellare in testa, il basso di sara lee affondare nelle budella e la chitarra di ani colpire dovunque, a volte c’e’ bisogno di quel grado di chiarezza che si ottiene solo con un volume non indifferente
ecco stavo mettendo giu’ un post in inglese ricercato, con tanto di iconcina, etc etc, ma photoshop si ribella, blogger pure e allora , keep it simple: 🙂
just in case you’re using Internet Explorer 5.5 or 6, did you apply the latest patch ? it seems it fixes a number of critical issues, so better be protected.
c’e’ da dire che questa pioggerellina leggera non e’ male, soprattutto se vista da dietro un vetro…plum plum plock plock, effetto rilassante, vagamente pink noise in senso lato.
oggi temperatura piu’ vivibile in ufficio (ieri gli esperti mi hanno confermato che abbiamo raggiunto i 27 gradi), nonostante cio’, produttivita’, dove sei ?, oltretutto durante un upgrade del mio pc, il tutto sembra essersi piantato definitivamente…riusciro’ a recuperare un paio di Gb di file salvati in locale (di cui probabilmente la maggior parte materiali inutili) ?
temperatura tropicale in ufficio, con conseguente stato di produttivita’ marginale decrescente accompagnato da immaginario quasi estivo
tu chiamalo se vuoi, l’arcipelago delle emozioni
ho appena finito di leggere l’arcipelago delle emozioni di Borgna , un libro che sembra piccolo ( 210 pagg.) ma che comunque avevo iniziato due mesi fa , non e’ un libro da leggere di fretta, per non trovarsi disorientati o perdersi alcune sfumature e complessita’ del discorso e dello stile lirico ed espressivo dell’ autore. Parlando di sostanza invece direi che il tema delle emozioni sia decisamente difficile da trattare e si corrano svariati rischi nel farlo, primo quello di essere superficiali e proprio per questo perdere il senso profondo di qualcosa di impalpabile eppure cosi’ intrinsecamente umano, secondo, ricadere nella tendenza a dare “consigli” a liquidare il tema nel filone dei manuali o dei self help books.
Borgna partendo dalla sua esperienza come psichiatra ma soprattutto come persona che cerca di entrare in risonanza con i suoi pazienti esplora con profondita’ una gamma di temi, dall’amore, l’odio, la vergogna, passando poi per il lato piu’ oscuro delle emozioni come l’angoscia o la sofferenza, approfondendolo, proprio in virtu’ che l’area problematica e’ quella oggetto di terapia, il tutto costruendo una mappa con svariati riferimenti letterari, artistici e filosofici (mi sono gia’ segnato svariati libri da tenere sott’occhio). Non vorrei dare l’impressione che il tutto sia un esercizio arido o squisitamente per “esperti”, proprio il contrario. Penso che fornisca degli indizi, delle tracce utili per chiunque voglia tentare di capire un po’ piu’ a fondo chi ha di fronte, che voglia sondare cosa c’e’ nel cuore di una persona e cercare di comprendere essendo vicino.
In conclusione secondo me riesce a centrare un’aspirazione che l’autore cosi’ descrive al termine del libro :
” la sola illusione, che almeno per un attimo possa sopravvivere, e’ quella che, da un libro come questo, nasca un labile invito a visitare gli abissi e ad ascoltare quello che c’e’ nelle regioni invisibili del cuore: nelle regioni senza fondo dell’interiorita’: della propria e della altrui interiorita’; recuperandone le sorgenti palpitanti di vita e di immedesimazione, di partecipazione emozionale e di solidarieta’, di comprensione e di speranza.”
Vanilla Sky e’ decisamente un film strano, anzi no e’ proprio strambo, cioe’ bizzarro ma in maniera veramente inverosimile e comunque sconclusionata fucking weird direi, fin troppo per i miei gusti. Ci sono alcuni dettagli interessanti,singoli fotogrammi, battute o alcuni interventi della colonna sonora (tipo everything in its right place dei radiohead) ma per il resto il disorientamento e’ totale e vagamente fastidioso; il tutto per di piu’ senza una cifra di genialita’, insomma non e’ Fellini o Wim Wenders.